Caccia, controlli dei Carabinieri Forestali: fioccano le sanzioni amministrative

SESTO FIORENTINO – Con la riapertura della caccia, fra il 2 e il 17 settembre, sono stati effettuati una serie di servizi mirati da parte dei militari delle Stazioni Carabinieri Forestali della provincia di Firenze. Controlli che hanno riguardato la caccia da appostamento temporaneo e fisso ma anche la caccia vagante. Particolare attenzione è stata […]

SESTO FIORENTINO – Con la riapertura della caccia, fra il 2 e il 17 settembre, sono stati effettuati una serie di servizi mirati da parte dei militari delle Stazioni Carabinieri Forestali della provincia di Firenze. Controlli che hanno riguardato la caccia da appostamento temporaneo e fisso ma anche la caccia vagante. Particolare attenzione è stata data anche alla verifica delle prede nei carnieri (lepri, fagiani, colombi, cornacchie e così via dicendo). “Le sanzioni e i controlli mirati – si legge in una nota – sono entrati in funzione anche a fronte di numerose segnalazioni della cittadinanza, con cittadini che lamentavano la pratica dell’esercizio venatorio in prossimità delle abitazioni o la presenza di cacciatori intenti a sparare vicini alle strade o alle abitazioni”. Complessivamente sono stati controllati oltre 200 cacciatori ed elevate sanzioni amministrative per circa 2.000 euro, sanzioni relative principalmente a irregolarità nei documenti. In generale non sono state riscontrate difformità di rilievo, forse nella consapevolezza da parte della categoria che sarebbe stato verosimile essere controllati nelle giornate di apertura. I controlli delle pattuglie presenti in provincia si sono estesi anche all’esercizio della pesca, per il quale sono state riscontrate due irregolarità. Non sono mancati i controlli nell’ambito della circolazione fuoristrada: tre motociclisti con moto da enduro sono stati sanzionati perché in possesso di mezzi le cui caratteristiche tecniche non erano conformi alla normativa. Una curiosità: i Carabinieri Forestali hanno registrato negli ultimi anni una significativa diminuzione del numero dei cacciatori, a fronte di un incremento di quello dei pescatori. Non perchè ci sia stato un avvicendamento, con ogni probabilità perché le nuove generazioni “subiscono” il fascino del porto d’armi dirottandolo su attività più spiccatamente sportive e rifuggendo dall’intenzione di abbattere la fauna selvatica per motivazioni ambientaliste.