Campi Bisenzio: il 18 settembre Adriano Chini scioglierà i nodi sulle candidature alle amministrative 2013

CAMPI BISENZIO – Il sindaco Adriano Chini scioglierà le riserve sulla sua ricandidatura o sul suo ritiro alla prossima direzione del Pd campigiano convocata per il 18 settembre. Ma l’ebollizione delle acque è assolutamente a pieno regime. Su Facebook si è scatenata la raccolta di firme per una petizione per le primarie interne al Pd, […]

CAMPI BISENZIO – Il sindaco Adriano Chini scioglierà le riserve sulla sua ricandidatura o sul suo ritiro alla prossima direzione del Pd campigiano convocata per il 18 settembre. Ma l’ebollizione delle acque è assolutamente a pieno regime.

Su Facebook si è scatenata la raccolta di firme per una petizione per le primarie interne al Pd, ma la cosa lascia qualche perplessità a chi ha osservato i sottoscrittori. Sono molti (già nella prima lista dei 97 che piananotizie.it pubblicò in anteprima a fine luglio) coloro che non risiedono a Campi Bisenzio e neanche sono iscritti al locale Pd. Di conseguenza sono molti quanti, tra i 370 sottoscrittori dell’appello, non voteranno alle prossime primarie del Pd campigiano.

Legittimo che si esprima un proprio giudizio o un’aspirazione generale su un modus operandi valido, ad esempio, per tutto il Pd o solo per parte di esso. E chiunque è autorizzato a farlo. Se una considerazione si può fare, liberamente, è che questa vicenda è nata male: da un lato per le affermazioni più volte fatte dallo stesso sindaco uscente che poi sono risultate anche contraddittorie fra di loro, dall’altro per una accelerazione ad un processo che sa più di campagna elettorale interna al partito anziché la giusta affermazione di un’opinione sulla gestione del Pd. Insomma quando si fa campagna elettorale sarebbe bene lo si facesse per ottenere più voti (come partito) non tanto come candidato interno.

Infine, la difficile posizione del segretario cittadino Matteo Goretti che in questa situazione (se il 18 settembre sarà davvero l’appuntamento finale e definitivo) non ha voluto, evidentemente, imporre il pugno duro (visti i precedenti impegni assunti proprio dalla direzione del suo partito a Campi) preferendo piuttosto proporsi come un ago della bilancia.