Il Pd sestese e il pasticcio del Consiglio comunale

Non è una questione di chi ha ragione e di chi ha torto. Lo spettacolo a cui hanno assistito ieri sera i sestesi presenti al Consiglio comunale non rende onore alla città.

Qualcuno può ribattere spiegando che non si è discusso per principio, che le critiche di una componente del Pd all’altra sono relative a problemi specifici ma la sensazione – qui e negli altri comuni della Piana dove mi fermano per chiedermi: “ma che sta succedendo a Sesto?” – è che sia in atto una prova di forza tra varie anime. Forse non solo tutte interne al Pd.

Che si aumenti o meno l’aliquota Irpef ai cittadini è una questione importante e sicuramente richiede una discussione all’interno della maggioranza. Peccato però che questa discussione sia avvenuta ieri pomeriggio in un Consiglio comunale, dove una giunta sostenuta – dopo un’accesa discussione interna se necessario – dalla propria maggioranza dovrebbe portare una proposta su cui confrontarsi con le altre forze politiche di opposizione, rappresentanti anche queste di una percentuale di cittadini e dei loro voti.

Qualche fine analista politico potrebbe vedere delle corrispondenze di quanto sta avvenendo a Sesto con le dinamiche romane, con le resistenze di alcune componenti del Pd a quella renziana. Oppure potrebbe parlare di renziani, gianassiani o altro ancora. Il punto secondo me però è un altro: un partito che ha preso la maggioranza dei voti alle elezioni amministrative ha il compito e il dovere di amministrare la città. Si discuta, e tanto anche, di tasse, di piani regolatori, di politiche sociali, di scuola. Poi però si arrivi a presentare queste proposte e si vada avanti per realizzarle. Perché ai sestesi penso interessino questi problemi, non vedere un braccio di ferro tra un sindaco e il suo partito.