Sette anni dopo il mio grazie (e quello di Mario) a don Momigli

SESTO FIORENTINO – Le testimonianze di affetto nei confronti di don Giovanni Momigli mi hanno fatto tornare alla mente una sera di sette anni fa. Era il 22 maggio 2010, una sera ventosa in una stagione che non era più primavera ma non era neanche estate. La sera di un giorno strano, che ormai stava volgendo alla sua conclusione. In un letto dell’ospedale di Careggi c’era una persona a cui erano state diagnosticate poche ore di vita. E, al tempo stesso, poche ore per chi restava per fare il bilancio di una vita. Quelle ore, “per fortuna”, si protrassero più del previsto, nonostante tutto fosse stato così repentino. Si protrassero il tempo necessario per far arrivare don Giovanni da San Donnino. Il tempo necessario per l’estrema unzione e una parola di conforto ai familiari. Il tempo necessario perchè le macchine facessero il loro corso. Poi il vuoto. Ma don Giovanni era riuscito ad arrivare… in tempo. Appena si conclusero le sue preghiere, tutto si spense, proprio come se l’attesa fosse finita. Ecco perchè non smetterò mai di ringraziarlo. Così come sono sicuro lo avrebbe fatto mio babbo per quell’ultimo saluto. Lo aveva “chiamato” e lui era venuto. Per questo stasera voglio farlo pubblicamente, in una serata, quella della cittadinanza onoraria, che arriva proprio a pochi giorni dal 22 maggio. Lo voglio ringraziare con queste poche parole. Sette anni dopo come se fosse quella sera. Grazie “priore”.