Forza Italia, Fronte Democratico e Sinistra Italiana: “Andiamo a votare con il “Signellum”…”

SIGNA – Tre forze politiche diverse fra loro, tre forze politiche distanti fra loro ma che si sono sedute intorno allo stesso tavolo per far nascere “una proposta di legge elettorale ma anche a far rivivere una politica che mettano al centro l’interesse generale e non le piccole convenienze di parte”. Sono Forza Italia, Fronte […]

SIGNA – Tre forze politiche diverse fra loro, tre forze politiche distanti fra loro ma che si sono sedute intorno allo stesso tavolo per far nascere “una proposta di legge elettorale ma anche a far rivivere una politica che mettano al centro l’interesse generale e non le piccole convenienze di parte”. Sono Forza Italia, Fronte Democratico (ovvero quella parte del Pd che si è riconosciuta e si riconosce tuttora nella mozione Emiliano) e Sinistra Italiana. Rispettivamente nelle persone di Gianni Vinattieri, Matteo Mannelli e Marco Andrei che hanno presentato e illustrato il “Signellum”. “Lo stato attuale delle cose – spiegano – prevede due leggi elettorali differenti e disomogenee alla Camera e al Senato, con i ripetuti richiami del presidente della Repubblica Mattarella per uno sforzo virtuoso della politica teso a uniformare i criteri di selezione e rappresentanza fra i due rami del Parlamento”. La conseguenza di 25 anni di attività politica in cui “la logica maggioritaria ha spaccato la società e la nazione conducendoli a un bipolarismo barbarico, di scontro totale e distruttivo che ha bloccato e fatto perdere all’Italia cinque lustri fondamentali. Ma noi vogliamo che la politica torni a essere responsabilmente protagonista, che guardi alle generazioni future e non sia strumento di interessi oligarchici ed individualisti”. Da qui l’idea del “Signellum”, proposta che ha come obiettivo il ritorno al proporzionale con sbarramento al 5% e le preferenze: “Il proporzionale perché meglio rappresenta le diverse sfaccettature della società italiana ed è veramente espressione del corpo elettorale; lo sbarramento al 5% (su base regionale al Senato, su base nazionale alla Camera) affinché le forze affini si coalizzino marcando le affinità di programma”.

“La nostra proposta – ha spiegato Mannelli – sarà protocollata e recapitata ai capi gruppo di Camera e Senato e ai rispettivi presidenti, perché la politica deve tornare a fare la politica. Se fossi il segretario nazionale del Partito Democratico, partirei proprio dalle unioni comunali e non da un circolo ristretto di persone”.

“Quella della legge elettorale – ha aggiunto Vinattieri – non è e non può essere una questione distante dalla vita di tutti i giorni dei cittadini ma un elemento fondamentale di discussione che va oltre gli addetti ai lavori. L’ultimo tentativo fatto è fallito perché si sono sedute al tavolo persone che hanno messo di fronte a tutto la propria furbizia con ripercussioni a pioggia sul territorio. Noi abbiamo usato il metodo opposto e sfido chiunque a dire che non si tratti di un’idea originale”.

“Quello che proponiamo – ha detto Andrei – vuole essere un incentivo affinché forze politiche diverse possano unirsi sotto un unico “cartello” ma anche un correttivo alla frammentazione che stiamo vivendo nel nostro paese”.

Il segnale, questo, che in vista delle elezioni amministrative del 2019, qualcosa a Signa si sta iniziando a muovere, con la consapevolezza, ripetuta da tutti e tre, che “bisogna uscire dalla logica della contrapposizione frontale e delle bandierine e al tempo stesso rimettere al centro del dibattito Signa”.