Sesto Fiorentino: Cgil-cisl-uil chiedono a Sambonet e Lenox di riscrivere i “piani” per la Richard Ginori

SESTO FIORENTINO – Mai sostenuto Sambonet. Parola di sindacati confederali. Qualsiasi voce che è circolata, in questi mesi, per asserire questo sarebbe stata messo in circolazione ad arte da qualcuno che voleva nuocere a Cgil-cisl-uil e agli stessi lavoratori della Richard Ginori. Questa la premessa con cui i sindacalisti confederali hanno aperto la conferenza stampa […]

SESTO FIORENTINO – Mai sostenuto Sambonet. Parola di sindacati confederali. Qualsiasi voce che è circolata, in questi mesi, per asserire questo sarebbe stata messo in circolazione ad arte da qualcuno che voleva nuocere a Cgil-cisl-uil e agli stessi lavoratori della Richard Ginori. Questa la premessa con cui i sindacalisti confederali hanno aperto la conferenza stampa tenuta questa mattina davanti ai cancelli della fabbrica.

A Sambonet e Lenox i sindacati, che lunedì scorso si sono riuniti in assemblea, inviano un messaggio chiaro: 2rivedete i piani industriali e aggiornateli in modo da tenere centrale il ruolo dello stabilimento sestese che sarebbe, invece, messo in discussione da entrambe le proposte di acquisizione”. In pratica i punti deboli stanno nella riduzione della manodopera (praticamente un azzeramento) da parte di Sambonet che sposterebbe in Germania le lavorazioni mentre Lenoz (che pur garantirebbe 250 posti di lavoro sugli attuali 328) non pone limiti al possibile trasferimento del marchio altrove.

Per i tempi di chiusura della vicenda Bernardo Marasco (Cgil) ipotizza che “la scadenza presumibilmente corrisponde al 10 novembre, ovvero 60 giorni dall’avvenuta presentazione della richiesta di ammissione al concordato preventivo”.

E il problema sta proprio in questo, se l’affare (ovvero la vendita) non si concretizzasse entro quella data il rischio fallimento per Richard Ginori diventerebbe sempre più concreto. Un dramma per le famiglie dei lavoratori ma per l’intera economia del territorio. Per questo, annunciano i sindacati, “chiederemo alle associazioni locali, ai partiti, ai consigli comunali di aprire un confronti con noi in modo da creare un movimento di opinione forte che possa impedire la chiusura della Ginori”.

Guarda l’intervista a Bernardo Marasco: [youtube=http://youtu.be/cvDnyOXTc-0]