Sesto Fiorentino: quattro ragazze della Croce Viola in Calabria alla ricerca della legalità (2)

SESTO FIORENTINO – Quattro giovani sestesi della Croce Viola raccontano la loro esperienza in provincia di Reggio Calabria dove per una settimana si sono trovate a lavorare nei campi dell’associazione Libera, terre confiscate alla criminalità. Le giovani volontarie sestesi hanno incontrato giudici, amministratori pubblici e persone impegnate da tempo nella lotta alla criminalità che hanno […]

SESTO FIORENTINO – Quattro giovani sestesi della Croce Viola raccontano la loro esperienza in provincia di Reggio Calabria dove per una settimana si sono trovate a lavorare nei campi dell’associazione Libera, terre confiscate alla criminalità. Le giovani volontarie sestesi hanno incontrato giudici, amministratori pubblici e persone impegnate da tempo nella lotta alla criminalità che hanno raccontato la loro esperienza. Tante anche le ore di lavoro nei campi: in particolare le ragazze sono state impegnate nel diserbo a mano delle erbacce nella piantagione di peperoncino e nella pulitura delle melanzane. “Un’esperienza unica – spiega Alessandra Masi, 20 anni– che ci ha permesso di conoscere una realtà così diversa dalla nostra e ci ha fatto capire l’importanza della lotta alla mafia e la necessità di  testimoniare queste scelte coraggiose anche in Toscana”. “Lavorare nei campi – dice Claudia Checchi, 17 anni – è stato davvero faticoso, soprattutto per colpa del caldo, ma l’idea di aiutare in questo modo un gruppo di persone che ha deciso di dire no alla mafia ci ha fatto superare qualunque difficoltà”. “Facendo volontariato sull’ambulanza – prosegue Silvia Gaultieri 18 anni – siamo abituati alla sofferenza delle persone. Quest’esperienza, però, ci ha fatto crescere, permettendoci di toccare con mano ciò di cui finora avevamo solo sentito parlare in tv o sui giornali». Soddisfazione anche nelle parole di Giulia Ceccantini, 17 anni. “Siamo rimasti molto colpiti dagli incontri che abbiamo con politici, sindaci e giudici: alcune testimonianze sono state molto toccanti e ci hanno fatto capire che anche in Calabria con una buona dose di coraggio si può dire no alla criminalità”.