Sfiducia a Biagiotti: la politica vincerà sull’assenteismo?

SESTO FIORENTINO – Si complica la situazione politica in città dopo che 8 consiglieri del gruppo Pd hanno firmato la richiesta di sfiducia nei confronti del sindaco Sara Biagiotti. Oltre a loro ci sono altri cinque consiglieri, tutti di opposizione (Sel, Lista Quercioli e Gruppo misto). Ma ci sono in attesa di assumere una decisione […]

SESTO FIORENTINO – Si complica la situazione politica in città dopo che 8 consiglieri del gruppo Pd hanno firmato la richiesta di sfiducia nei confronti del sindaco Sara Biagiotti. Oltre a loro ci sono altri cinque consiglieri, tutti di opposizione (Sel, Lista Quercioli e Gruppo misto). Ma ci sono in attesa di assumere una decisione Giovanni Policastro del Movimento cinquestelle, Fabrizio Muscas del Movimento Sesto ed i due consiglieri di Forza Italia Davide Loiero e Maria Tauriello. Forse proprio da loro, o dalle loro eventuali indecisioni, potrebbe venire il salvataggio del sindaco Biagiotti.
Curiosa l’alleanza tra movimenti di sinistra che avversavano in passato sindaco Gianni Gianassi (oltre all’attuale) e un gruppo di consiglieri Pd per lo più “gianassiani”. Difficile pensare che, dopo l’eventuale conquista delle dimissioni del sindaco, si possa assistere alla composizione di una compagine capace di presentarsi all’elettorato proponendo il “buongoverno” del decennio precedente a Sara Biagiotti.
Si sa, comunque, che la politica può far questo e anche altro, ma difficilmente si potrà fare a meno di sottolineare che l’attuale crisi sestese sia il frutto di una crisi tutta interna proprio al Pd. La crisi che sta vivendo il partito di Matteo Renzi è evidente: da Aosta al Friuli, dalla Sicilia a Napoli, da Firenze (inteso come capoluogo di Regione) alla periferia della città gigliata. La crisi forse è frutto della troppa differenza che si registra fra le diverse anime del partito o, più probabilmente, dalle diverse storie dei singoli che non sono in grado di gestire un confronto, a tutto tondo, proprio all’interno del partito in modo da definire programmi e, soprattutto, obbiettivi da proporre e raggiungere.
In definitiva si ripropone, quasi quotidianamente, la questione dell’uomo solo al comando. E se l’uomo solo al comando non è di grosso spessore i problemi si moltiplicano all’infinito.
La posizione, comunque, delle diverse opposizioni cittadine (sono 6 i gruppi di opposizione rispetto ai due di maggioranza) rischia di diventare strategica non solo nella soluzione di questa situazione, ma anche in previsione di una possibile campagna elettorale che potrebbe preludere le eventuali elezioni anticipate nella primavera prossima. Le opposizioni sono mature per trovare un dialogo tra loro? Saranno capaci di proporre un progetto credibile? Usciranno dal Pd i contestatori di Biagiotti?
Intanto si apprende che la Lista Quercioli e Sel non sono più disponibili ad inserirsi in un’ottica di centrosinistra e non parteciperebbero ad un eventuale confronto in primarie d’area assieme al Pd.
E se prendiamo per buone le ultime elezioni regionali il Pd, a Sesto, vale il 54% dei voti, il Movimento cinquestelle poco più del 13, la sinistra poco meno del 13 e Forza Italia meno del 5%. Incognita sempre più sfuggente da pronosticare la Lega nord che, il 31 maggio, registrò il 10,47%. Ma il vero vincitore fu l’antipolitica che, a Sesto, vale altrettanto quanto il Pd. Vista la storia recente della politica locale potrebbe essere proprio questo partito assente a stravincere?