Va alla partita del nipote, si sente male e il mister degli avversari gli salva la vita

SIGNA – Quando si dice trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Ma soprattutto se questo concatenarsi di eventi ti salva la vita. Tanti eventi “messi in fila” l’uno con l’altro che a raccontarla sembra una storia frutto della fantasia. Invece si tratta di una storia vera e noi vogliamo raccontarla, perchè sia da esempio […]

SIGNA – Quando si dice trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Ma soprattutto se questo concatenarsi di eventi ti salva la vita. Tanti eventi “messi in fila” l’uno con l’altro che a raccontarla sembra una storia frutto della fantasia. Invece si tratta di una storia vera e noi vogliamo raccontarla, perchè sia da esempio ma anche per rendere onore a chi, con un gesto che a molti può apparire semplice, ha fatto al contrario qualcosa di straordinario. A darci il “la” anche il post scritto da Jlenia, figlia di uno dei protagonisti, suo malgrado, di questa storia su Facebook. Ma andiamo con ordine.

Sabato scorso Palmiro, il babbo di Jlenia, era indeciso se andare, come faceva tutte le settimane, complice anche l’orario d’inizio, le 18.30, a vedere la partita che la squadra del nipote, Lorenzo, gli Juniores provinciali della Sorms San Mauro, giocava in trasferta contro l’Asd Cobra Kai. A metà pomeriggio, però, una telefonata di Paolo, il mister della squadra, lo ha convinto ad andare. E questo è stato il primo evento “fortunato” perchè quella telefonata ha contribuito a salvargli la vita. In base a quanto detto all’ospedale, infatti, se fosse rimasto a casa, Palmiro si sarebbe come addormentato e non si sarebbe più ripreso.

Quello che è successo, in pratica, dopo, quando mancavano pochi minuti alla fine della gara. Palmiro era seduto sulle tribune e, contraddicendo il suo consueto modo di fare “garroso”, scorza dura da ex alpino e buon montanaro, ha chiuso gli occhi, Proprio come quando si dorme. Tutto ciò è sembrato strano, troppo strano, alla figlia, che si è resa subito conto dell’accaduto e ha chiamato immediatamente aiuto. In campo, intanto, la partita andava regolarmente avanti. In un attimo, però, sugli spalti è arrivato il defibrillatore che il mister degli avversari, purtroppo “segnato” da una disgrazia simile, porta sempre con la squadra. Rapidi anche i soccorsi grazie ai volontari della Misericordia di Rifredi, dopo l’allarme al 118, che prima hanno stabilizzato Palmiro e poi lo hanno trasportato all’ospedale.

La storia è rimasta “sotto traccia” fino a ieri sera, quando Jlenia ha scritto un post su Facebook: “Il suo cuore aveva smesso di battere, fortunatamente si trovava assieme a tanta gente, che si è resa conto di cosa era successo. (..) Nell’arco di pochissimo tempo gli è stato attaccato il defibrillatore e subito dopo sono arrivati i soccorsi che, dopo averlo intubato e stabilizzato, lo ha portato in ospedale. E’ stato un uomo fortunato perché si trovava nel posto giusto al momento giusto: i medici hanno ribadito infatti che se mio padre non avesse avuto la possibilità di usufruire del defibrillatore, non sarebbe sopravvissuto”.

Un post che è stato letto anche dai dirigenti dell’Asd Cobra Kai che, nella persona di Edoardo Amato, hanno commentato così: “Noi dell’Asd Cobra Kai siamo felici che le cose siano andate bene e siamo fieri che della nostra famiglia faccia parte Carmine, un allenatore e una persona speciale. Grazie all’associazione Niccotestini da anni facciamo il corso Blsd e molti dei nostri tesserati sono abilitati all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico. La diffusione e la sensibilizzazione su questo tema sono di fondamentale importanza, l’intervento precoce può salvare la vita. Un grande abbraccio a lei e al signor Palmiro dal nostro allenatore e da parte della nostra società tutta”.

Un abbraccio al quale ovviamente ci associamo anche noi e, in modo particolare, chi scrive e che Palmiro… lo conosce da una vita.

(Fotografia tratta dalla pagina Facebook dell’associazione NiccoTestini).