Confesercenti Toscana: “Consumi tra spese obbligate e poco risparmio”

FIRENZE – Dalla pandemia al lockdown, dalla guerra in Ucraina alla corsa dell’inflazione. Gli ultimi quattro anni hanno stravolto i bilanci dei toscani, ormai quasi per metà assorbiti dalle spese obbligate: nel 2023 anche le famiglie toscane spenderanno per abitazione, elettricità e le altre utenze in media più 1.300 euro al mese, oltre 400 euro al […]

FIRENZE – Dalla pandemia al lockdown, dalla guerra in Ucraina alla corsa dell’inflazione. Gli ultimi quattro anni hanno stravolto i bilanci dei toscani, ormai quasi per metà assorbiti dalle spese obbligate: nel 2023 anche le famiglie toscane spenderanno per abitazione, elettricità e le altre utenze in media più 1.300 euro al mese, oltre 400 euro al mese in più rispetto al 2019 (+45,5%). A stimarlo è Confesercenti Toscana, su una base un’analisi condotta da Confesercenti sulla spesa, i redditi e il risparmio delle famiglie toscane negli ultimi quattro anni. Complessivamente quest’anno le famiglie toscane spenderanno in media 3.064 euro al mese, 141 euro in più rispetto all’ultimo anno prima della pandemia (2.922 euro). Una crescita, però, non dovuta all’aumento dei consumi, ma interamente all’inflazione energetica: riportando la spesa mensile familiare in valori reali – cioè al netto dell’inflazione – questa resta infatti a 2.607 euro al mese, 238 in meno rispetto al 2019.

“Stiamo assistendo ad una vera e propria ‘esplosione’ delle spese causata da inflazione e aumento dei costi che grava in maniera sempre più importante sui cittadini – afferma Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana -. Le famiglie si trovano costretta ad attingere ai risparmi per far fronte alle spese obbligate, e nella scelta tra pagare le utenze o spendere in altro, la scelta è ovviamente la prima, portando così ad un calo dei consumi e del potere d’acquisto che frena l’economia reale”. Un magro risultato, che oltretutto potrà essere ottenuto solo attraverso un ulteriore sacrificio da parte delle famiglie italiane, che valutiamo dovranno bruciare altri 6,5 miliardi di risparmi nel corso del 2023 per sostenere i propri livelli di consumo, fenomeno che anche in Toscana è particolarmente presente. I dati sulla liquidità detenuta dalle famiglie presso il sistema bancario confermano d’altronde questa erosione, con un ammontare dei depositi che nella media del primo trimestre 2023 si è ridotto di 11 miliardi rispetto allo stesso periodo 2022. 

A crescere, in questi quattro anni, sono state soprattutto le spese per l’abitazione e per le utenze, che più hanno risentito degli aumenti di energia e gas. Nel 2019 le famiglie spendevano per questa voce in media 896 euro al mese, il 35% del budget mensile; oggi l’esborso è arrivato a 1.304 euro, occupando quasi la metà (il 45,8%) del bilancio familiare. Anche le famiglie toscane mantengono la stessa media nazionale. La stangata degli energetici, inevitabilmente, ha tagliato lo spazio per gli altri consumi. Nel 2023, in linea con le famiglie di tutta Italia, le famiglie toscane spenderanno in media circa 210 euro in meno all’anno per l’abbigliamento, 384 euro in meno per i trasporti, -374 l’anno per spettacoli e cultura, e 321 euro l’anno in meno per servizi ricettivi e ristorazione. Le uniche voci di spesa a non restringersi sono quella per i prodotti alimentari e le bevande (+339 euro l’anno) e marginalmente quella relativa a mobili e altri servizi per la casa (+39 euro annui, circa 3 euro al mese).  Una distribuzione con forti scostamenti territoriali, con le spese per Abitazione inferiori al 40% del totale dei consumi in Basilicata, Calabria e Sicilia e superiori invece al 51% nel Lazio.

In termini assoluti, la spesa per Abitazioni aumenterà solo nel corso del 2023 di circa 2mila euro a famiglie nel Trentino-Alto Adige e nel Lazio, di un ammontare compreso fra 1.700 e 1.900 euro in Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, di oltre 1.600 euro in Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, per restare compresa nelle altre Regioni fra i 1.400 euro dell’Abruzzo e i 1.000 euro della Calabria. “Sempre più spesso ci troviamo di fronte ad una tassazione nazionale tra le più alte d’Europa che mettoe in difficoltà famiglie ed imprese, ma ci dimentichiamo del pesantissimo impatto su tariffe e bollette di tutti i servizi pubblici locali come acqua e rifiuti e altri servizi essenziali che rappresentano spese incomprimibili. È quindi necessario aprire un tavolo di confronto con tutti i soggetti coinvolti a livello regionale per analizzare tutte le problematiche legate all’aumento dei costi” aggiunge Gronchi.