Rientrano, dopo 76 anni, le spoglie dell’artigliere Bruno Corsi. L’ultimo saluto a Carmignano

CARMIGNANO – Grazie al Ministero della Difesa sono arrivati in Toscana, dalla Germania, i resti dell’artigliere Bruno Corsi, uno di quei soldati che, dopo l’8 settembre 1943, dissero no al nazi-fascismo, alla limitazione della libertà, alle scelte obbligate pur sapendo che avrebbero pagato a caro prezzo tale decisione. Bruno Corsi diventò nel 1943 un Imi, […]

CARMIGNANO – Grazie al Ministero della Difesa sono arrivati in Toscana, dalla Germania, i resti dell’artigliere Bruno Corsi, uno di quei soldati che, dopo l’8 settembre 1943, dissero no al nazi-fascismo, alla limitazione della libertà, alle scelte obbligate pur sapendo che avrebbero pagato a caro prezzo tale decisione. Bruno Corsi diventò nel 1943 un Imi, un Internato militare italiano. E domani, mercoledì 21 ottobre (alle 15) verrà celebrata una Messa nella chiesa di San Michele Arcangelo a Carmignano, poi i resti di Bruno Corsi avranno una sepoltura perpetua nel cimitero di Seano, accanto a un altro soldato. A Seano, infatti, abitano la nipote Franca Ballerini e la pronipote Maria Serena Quercioli.

Bruno era un soldato del 3° Reggimento di Artiglieria Contraerea e fu fatto prigioniero dai tedeschi sul fronte croato il 12 settembre 1943 e internato prima a Sarajevo (campo di transito) e poi in Germania nello Stalag XI B di Fallingbostel (Bassa Sassonia). Gli fu dato il numero di matricola di prigionia 164481 e poi assegnato al comando di lavoro numero 6072 di Braunschweig e le condizioni di vita in quel campo furono dure. Il 17 settembre 1944 morì a causa di un attacco aereo e venne sepolto nel cimitero di Braunschweig. Alla famiglia, in realtà, nella lettera che comunicava il decesso c’era scritto che era deceduto nell’ospedale della Scuola di Agrimensura. Nella seconda metà degli anni Cinquanta le sue spoglie vennero esumate su ordine del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra (Ministero della Difesa) e traslate nel cimitero militare d’onore di Amburgo. La comunicazione del decesso arrivò in via Aretina a Sergio Belli, forse proprietario di casa o forse un parente, come documentato dall’archivio di Stato di Bolzano e dalla comunicazione della Croce Rossa dell’11 dicembre 1947. Da allora le poche notizie sono state rintracciate con le ricerche negli archivi cartacei.

La pronipote, la collega de La Nazione Maria Serena Quercioli, aveva iniziato le ricerche circa 25 anni fa ma senza successo. Grazie a Internet il 5 febbraio scorso, con il sito www.dimenticatidistato.com e il lavoro del ricercatore Roberto Zamboni, ha individuato il luogo di sepoltura del soldato: nel cimitero militare italiano d’onore di Amburgo. Il Ministero della Difesa dopo le verifiche del caso ha dato l’autorizzazione al rientro delle spoglie: la lapide con scritto “Artigliere Corsi Bruno” resterà nel cimitero militare con la targhetta “traslato in patria”. Questa ritorno in Italia è la chiusura di un cerchio, l’opportunità di far conoscere la storia di un soldato semplice, una storia sicuramente simile a quella di migliaia di Imi. Una curiosità: Bruno Corsi era un soldato musicista e di lui è rimasto un oggetto, custodito dalla nipote e ancora avvolto in una borsa di panno nero, il suo mandolino.

Mercoledì interverranno oltre ai rappresentanti dell’Istituto Geografico Militare, Ente dell’Esercito Italiano, i Carabinieri, le associazioni nazionali Artiglieri d’Italia sezioni di Firenze, Prato e Poggio a Caiano, l’associazione combattenti e reduci, gli Alpini, le autorità civili e militari dei Comuni di Carmignano e limitrofi, della Città Metropolitana di Firenze. Durante la cerimonia suonerà l’arpa celtica la musicista Anna Maria Di Vito.