Ai signesi toccate tutto, ma non “i fochi”

Il bello delle comunità è che ognuna di loro ha le sue regole. A Signa ci sono alcune cose intoccabili: un esempio sono “i fochi” del primo martedì di settembre. Da cento anni sono il segno che l’estate è finita e che ricomincia l’anno lavorativo. Anche chi non c’è andato in vacanza, ha la scusa di ritrovarsi in piazza per la tombola e poi a vedere lo spettacolo in cielo. Quasi sempre concludendo: “Erano meglio l’anno scorso” (o nella variante : “Erano meglio quelli d’anno”). Con il sottile orgoglio del signese nell’affermare che i fuochi erano più belli, più lunghi, più tutto insomma, di quelli dei paesi vicini, soprattutto Lastra.

Sono dinamiche di paese, d’accordo. Ma come tali, tremendamente serie. Ora, con poche ore di anticipo, il primo settembre Enac ha deciso di bloccare i fuochi pirotecnici sparati da via Arte della Paglia, spostati dai Renai, dove erano stati programmati in un primo momento per risolvere possibili problemi di natura ambientalista. Enac dice che non sarebbe stata richiesta l’autorizzazione dall’organjzzatore (“che non ha mai chiesto nessuno, dice il sindaco, se non nei Comuni confinanti con l’aeroporto, come Sesto”) e che lo spettacolo sarebbe stato potenzialmente pericoloso per le operazioni di volo.

Peggio dello schiaffo di Anagni, lo “schiaffo dei fochi” ha creato a Signa un tumulto. Il sindaco si è spinto a dire che i 40 ettari che l’amministrazione avrebbe dovuto mettere a disposizione come parco di mitigazione nell’ambito del progetto di ampliamento dell’aeroporto di Peretola, in località Casone, se li sarebbero dovuti “sudare”. Ognuno ne pensi quello che ritiene meglio. Reazione sproporzionata, sbagliata? Cristianini ha spiegato ieri in un dibattito alla festa dell’Unità a Firenze, dove è tornato sull’argomento, che non è stato solo per i fuochi in sé, quanto per la mancanza di dialogo e collaborazione tra enti.

Intanto in paese non si sono placate polemiche e illazioni. Oggi 4 settembre ultimo colpo di scena: per domani, sabato 5 settembre, c’è il via libera ai fuochi a Castello e a questo punto tutti sono curiosi di vedere come andrà a finire la vicenda. Se non è una pace, sembra almeno una tregua tra Signa e Enac.

Una cosa è sicura: da tempo non si vedeva a Signa un dibattito acceso come questo. E vorrà dire qualcosa, al di là delle polemiche. L’orgoglio ferito di un paese? La voglia di mantenere la sua identità? La paura di fare brutta figura? Chissà. Fatto sta che si può serenamente dire: ai signesi toccate tutto, ma non i “fochi”.

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