SESTO FIORENTINO – Spesso e volentieri, si fa per dire, andare ogni mattina da San Mauro a Sesto in redazione non regala le stesse emozioni che può regalare una passeggiata in montagna. Soprattutto quando attraversare la rotonda dell’Osmannoro si trasforma quasi in una sfida all’OK Corral. Stamani, invece, dovevo raggiungere Calenzano e il “delirio” è iniziato al cosiddetto “rotondotto” dell’Indicatore, con macchine che rischiavano di incastrarsi l’una con l’altra, per concludersi sulla Circonvallazione di Campi, dove finalmente mi sono lasciato il peggio alle spalle. Un tratto di strada tutto sommato breve ma percorso per intero a passo d’uomo. Macchine che sbuffavano, Tir “mostruosi” a farla da padroni fregandosene di tutto e di tutti, semafori a chiamata, buche. Morale della favola, quasi un’ora di tempo per compiere un tragitto che richiederebbe al massimo quindici minuti. Un incubo. Domani mattina i sindaci della Piana spiegheranno compatti, “in coro”, i motivi del loro ricorso al Tar per quanto riguarda l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze. L’unione fa la forza, non c’è dubbio. Un’unione che auspichiamo possa esserci anche da altre parti. Per quanto ci riguarda, infatti, lo diciamo da sempre, ci sembra più giusto, a maggior ragione in questa particolare fase storica, cercare di dare la precedenza a opere e infrastrutture di cui la Piana ha bisogno come il pane. Un territorio dove troppo spesso, anche a causa di scelte fatte nel passato, si va a rilento. Un territorio che in questo momento ha la necessità soprattutto di muoversi meglio. Anche perché quando eravamo bambini, dopo un incubo, ci tuffavamo fra le braccia di babbo e mamma. Ora invece che siamo un po’ più grandi, al momento del risveglio, se avviene, spesso ci aspetta… una “drammatica rotonda”.