L’incidente che ha sconvolto Signa, i motivi del nostro silenzio

SIGNA – Molti si staranno chiedendo – e in diversi lo hanno fatto con me personalmente – perché non abbiamo scritto niente del drammatico incidente che in questi giorni ha sconvolto Signa. Domande che meritano una o più risposte, ma che comunque vanno tutte nella medesima direzione: quella del rispetto nei confronti delle famiglie che hanno visto la loro vita sconvolta da un giorno all’altro, dalla sera alla mattina. Sicuramente ci sarà chi avrà da obiettare: il diritto di cronaca, il diritto di informazione, il diritto di sapere… Verità inconfutabili le prime due; per quanto riguarda il diritto di sapere, di sapere cosa? Io invece penso, a mio modesto parere, che quanto successo meriti soltanto una reazione, quella del silenzio. Mentre scrivo, a Signa, come ha scritto il pievano don Alessandro Tucci, si sta pregando in chiesa con un Santo Rosario, “confidando nella grande Misericordia di Nostro Signore”. La risposta migliore alle tante considerazioni fatte in questi giorni. Per una volta, quindi, di fronte al tanto decantato diritto di cronaca abbiamo scelto, ho scelto la linea del silenzio: un “like” o una condivisione in più sarebbero serviti a qualcosa? Avrebbero permesso di riavvolgere il nastro e “fare finta” che non fosse successo niente? Purtroppo no e se ho scritto queste poche righe è solo per dare una risposta a chi magari si starà facendo delle domande. Per una volta facciamo silenzio e, per chi crede, il tempo di una preghiera.