CAMPI BISENZIO – Già, che colore ha la felicità? E’ verde come i Campi della nostra speranza? Gialla come il sole sotto i nostri occhi? Gialla come il sole là sopra dietro le nuvole? Blu come il cielo di notte? Azzurra come il cielo di giorno? Rossa come il cuore? Viola come il suono della viola d’inverno? Bianca come una tela da dipingere di un colore diverso ogni giorno? Quest’anno il “Festival dell’Economia Civile”, che si tiene al Teatrodante Carlo Monni nei giorni 15, 16 e 17 novembre, ha come titolo proprio questa domanda: “Che colore ha la felicità?” L’importante è porsi delle domande, perchè le domande giuste possono concedersi anche il lusso di attendere una risposta. Anzi, direi di più, le domande giuste sono già una buona risposta. Nel libro “Destinazione felicità” di Alessandro Lo Presti, che verrà presentato al Festival, la felicità viene descritta come un viaggio per raggiungere la felicità. Il viaggio è già esso stesso la felicità. L’autore inserisce l’intero testo della bellissima poesia “Itaca” di Costantino Kavafis proprio all’inizio del libro, a mo’ di manifesto: “Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo in viaggio, che cos’altro aspetti? E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso”. La felicità è un viaggio attraverso tutti i colori? C’è una felicità individuale fatta del grumo di affetti concentrati nel cerchio magico composto dagli amici e dalla famiglia e una felicità pubblica che vuol dire condivisione di idee e azioni per il bene comune. Nel viaggio verso la felicità è bello scoprire che poi le due felicità sono fortemente connesse l’una all’altra. Comunque, inesorabile, arriva il tempo delle risposte, soprattutto se hai una responsabilità verso i tuoi cittadini.
Oggi sul tandem è salita a pedalare con me Giorgia Salvatori, assessore alle politiche giovanili, sviluppo dei centri, innovazione, gemellaggi e, per l’appunto, alla partecipazione e al distretto economia civile. “Si può dire che sei anche assessore alla felicità?”. “Sarebbe una bella responsabilità. Più semplicemente posso dire che la felicità è una componente di riflessione dell’economia civile. Gli indicatori economici tradizionali sono quantitativi… Il Pil, il reddito, lo stato di povertà o meno, ma non possono essere gli unici indicatori del benessere di una comunità. Ci sono anche parametri qualitativi come il valore delle relazioni, il volontariato. Compito di un’amministrazione è quello di studiare risposte innovative alle domande delle persone per vivere al meglio le proprie città. Le risposte migliori vengono comunque dai buoni esempi che sono già azioni concrete e di cui parleremo nel Festival”. E mentre parliamo siamo già al primo buon esempio, in via Semita. In via Semita, spontaneamente, i suoi abitanti hanno organizzato nel settembre scorso una bella cena per la via. Niente catering, affitto di tavoli o sedie, ognuno ha portato del suo fuori in piazza e l’ha condiviso con i vicini. “Stiamo pensando a un regolamento che agevoli in termini autorizzativi la possibilità di organizzare questi eventi. Esiste già un modello di riferimento ed è un regolamento dell’Urban Center del Comune di Ferrara”. Anche di questo si parlerà nel Festival. Proprio nel bel mezzo dell’incrocio con via Castronella ci facciamo un selfie. Un ragazzo alla guida di un furgone aspetta diligentemente di passare. Ce ne accorgiamo e gli chiediamo scusa. Lui, ridendo: “Fate pure con calma e fotografatela bene la bellezza di questa splendida via”. Sulla strada che passa accanto ai giardini intitolati a don Giorgio Capaccioli, proprio davanti al fontanello, Giorgia fa appena in tempo a dire: “La condivisione di un bene comune come l’acqua è un buon esempio di economia civile”, che ci superano due ragazzi e una ragazza che vanno allegramente a cavallo. In via Castronella il Far West non è poi così Far…”da dove venite?”. “Da San Giorgio a Colonica”. “Buona galoppata”. “Buona pedalata a voi”. Ci salutiamo e Giorgia continua il discorso: “Nella zona è iniziato dal 5 novembre il porta a porta. La partecipazione dei cittadini è fondamentale per la riuscita della raccolta differenziata casa per casa. Bisogna fare tutti insieme, cittadini e Comune, uno sforzo comune per il bene comune”.
A Capalle tra l’argine del Bisenzio, e le case di via Marconi c’è un bellissimo prato verde. Qui sorgeranno gli orti sociali. “E’ stato approvato il progetto definitivo, partiranno i lavori e contemporaneamente verrà fatto il regolamento e il bando di assegnazione degli orti. Il regolamento verrà in parte costruito insieme ai cittadini durante il festival. E’ già partito, frutto di un percorso iniziato nella seconda edizione del Festival, anche il progetto in collaborazione con Slow Food denominato “Orti in condotta” e che consiste nel dare vita a piccole coltivazioni utilizzando gli spazi esterni alle scuole”. Suggerisco a Giorgia il titolo Campi Elisi per il progetto degli orti sociali. Mi guarda, ride, ma non risponde. Mistero… L’ultima tappa è nel giardino di Villa Montalvo. “Una volta trasferiti gli uffici comunali nel centro storico, nella Villa nascerà, accanto alla Biblioteca, una residenza per artisti. Un luogo aperto dove gli artisti interagiscono con la comunità. Ci sono varie esperienze in Italia in questo senso. Nel Festival ci sarà un incontro con alcune realtà. Ne parleremo insieme per costruire un progetto che possa essere buono per Campi”. Ganzo!
C’è un’idea di fondo, ci sono idee che sono già azioni in campo. Buoni esempi da condividere. Ed è già abbastanza… “Dobbiamo venire al Festival perchè sarà l’occasione per rimettere in ordine i pensieri e le esperienze, per trovare stimoli e una cornice ideale oltre che per fare rete e tracciare un orizzonte di senso, condiviso e reale. Noi siamo amministratori, imprese, associazioni, cittadini, una pluralità di attori che di fronte a comunità in cui i bisogni crescono quotidianamente e dove emerge la necessità di garantire uno sviluppo che non metta in conflitto ambiente e benessere economico, apertura e paura, solidarietà e egoismo, abbiamo scelto proprio l’economia civile per tradurre la nostra idealità per un mondo migliore in azioni concrete”. “Ciao Giorgia, buona giornata e buon festival!”.
Giovanni Grossi