Bonus mamma, Flc Cgil presenta ricorso per esclusione lavoratrice precaria

PRATO – La Flc Cgil di Prato fa ricorso per una collaboratrice scolastica, a tempo determinato, esclusa dal “bonus mamma”, gli sgravi contributivi per i figli. E’ il primo ricorso del genere. La Flc chiede la disapplicazione della norma della Legge di Bilancio 2013, che limita il beneficio a favore delle sole lavoratrici a tempo […]

PRATO – La Flc Cgil di Prato fa ricorso per una collaboratrice scolastica, a tempo determinato, esclusa dal “bonus mamma”, gli sgravi contributivi per i figli. E’ il primo ricorso del genere. La Flc chiede la disapplicazione della norma della Legge di Bilancio 2013, che limita il beneficio a favore delle sole lavoratrici a tempo indeterminato, con due figli, il secondo inferiore a 10 anni, o tre figli, il terzo inferiore a 18 anni. La Flc, che ha depositato ieri, martedì 9 aprile, il ricorso davanti al giudice del lavoro, con l’assistenza dell’avv. Isetta Barsanti Mauceri, sostiene in una nota stampa a firma della segretaria provinciale Filomena di Santo: “L’esclusione delle lavoratrici che, come la collaboratrice scolastica in servizio in forza di un contratto a tempo determinato fino al 31 agosto 2024 presso una istituzione scolastica di Prato, dal beneficio è palesemente discriminatoria ed illegittima per ingiustificata disparità di trattamento tra personale a tempo determinato e personale a tempo indeterminato”. Il ricorso punta, come è scritto nel comunicato Flc Cgil Prato, alla “disapplicazione della norma della legge di Bilancio in quanto in contrasto con la clausola 4 dell’accordo quadro Ces, Unice e Ceep sul lavoro a tempo determinato (recepito con direttiva 1999/70/Ce)”.

“Se la norma della Legge di Bilancio – è scritto ancora nel comunicato stampa del sindacato di categoria della Cgil pratese – non sarà corretta e quindi non saranno incluse anche le lavoratrici a tempo indeterminato si aprirà un nuovo contenzioso che questa volta, verosimilmente, non riguarderà solo le lavoratrici della scuola, ma anche degli altri settori. Quindi mentre l’Amministrazione scolastica continua ad essere condannata con riferimento al bonus della Carta docente ai soli lavoratori a tempo indeterminato -salvo l’applicazione dal 1.09.2023 e dopo molte condanne della stessa Carta docente ai soli contratti a tempo determinato fino al 31.08.2023 – alle medesime precarie madri è ora precluso il “bonus mamma” in forza di una irragionevole discriminazione fondata sulla durata del contratto di lavoro”.