Alluvione, in commissione le audizioni del Consorzio di bonifica. “Per gli interventi sul territorio servono 356 milioni”

FIRENZE – Audizioni del direttore generale Anbi Toscana, Fabio Zappalorti, del presidente del Consorzio 3 Medio Valdarno, Marco Bottino, e del direttore generale Jacopo Manetti in commissione d’inchiesta sugli eventi alluvionali del 29 e 30 ottobre e del 2 e 4 novembre 2023 in Toscana, presieduta da Elisa Tozzi, (FdI). Bottino, si legge in una […]

FIRENZE – Audizioni del direttore generale Anbi Toscana, Fabio Zappalorti, del presidente del Consorzio 3 Medio Valdarno, Marco Bottino, e del direttore generale Jacopo Manetti in commissione d’inchiesta sugli eventi alluvionali del 29 e 30 ottobre e del 2 e 4 novembre 2023 in Toscana, presieduta da Elisa Tozzi, (FdI). Bottino, si legge in una nota, ormai in carica per pochi giorni ancora, dopo aver guidato il Consorzio per quindici anni, ha illustrato la situazione che ha interessato il territorio di competenza del Consorzio stesso. “Quello che è accaduto a novembre è qualcosa di mai visto prima per termini di dimensioni dell’acqua e di proporzione di territori interessati. Una dimensione apocalittica delle precipitazioni che è andata a colpire una zona ad alta urbanizzazione, fatta quasi esclusivamente a danno dei fiumi. La maggior parte di quello che è accaduto è stato per il “sormonto” degli argini da parte dell’acqua, che si è verificato in più casi, in numero superiore rispetto alle rotture arginali, che pure sono quelle che causano i maggiori danni». Con la consapevolezza, ora basata sugli accadimenti, «che non c’è solo il rischio dell’Arno, ma abbiamo anche il rischio sui reticoli minori”.

Il Consorzio ha stilato “un elenco delle necessità per interventi sul nostro territorio: l’abbiamo quantificato in 356 milioni di euro: di questi, avevamo già segnalato le necessità per 140 milioni, le successive segnalazioni sono arrivate a seguito di ulteriori approfondimenti”. Per Bottino “il paradosso è quello di avere costruito moltissime casse di espansione, ma di aver trascurato l’adeguamento di argini fragili e desueti che sono rimasti più o meno quelli presenti quando in quelle stesse aree c’erano comunità agricole (come a Campi Bisenzio). Abbiamo enti in grado di assorbire le risorse e rimetterle sul territorio”. C’è però “l’altra faccia della medaglia, che ci può confortare, dove molto si è lavorato, molti sono stati i risultati: Poggio a Caiano, ad esempio, così come in intere zone di Prato dove l’acqua era di casa e ogni evento meteorico portava allagamenti diffusi”. Tozzi ha chiesto chiarimenti rispetto a valutazioni già espresse da Bottino, “quando ha detto che sul reticolo minore è stato fatto pochissimo” e riguardo “alla possibilità consentita dalla legge che i presidenti di Regione agiscano come commissari del Governo: se si ricordano opere in Toscana connotate con quel tipo di potere riconosciuto dalla legge”. Secondo Tozzi, infatti, “il tema delle arginature è emerso con chiarezza in questa occasione, insieme all’aspetto di uno scarso utilizzo dei poteri commissariali riconosciuti dalla legge, almeno sulle opere di competenza del Consorzio che abbiamo sentito in questa occasione”.