CAMPI BISENZIO – Un’iniziativa per ricordare la scrittrice Patrizia Nistri, scomparsa prematuramente nel 2001. E’ quella organizzata mercoledì pomeriggio nel foyer del Teatrodante Carlo Monni dalla Pro Campi nell’ambito del programma de “La Meglio Genìa”. Un appuntamento coordinato da Panaiula Gallazzi, anche lei della Pro Campi, e che ha visto una partecipazione numerosa, indice, questo, dicono dall’associazione, “del legame che Patrizia aveva con la città e del segno che ha lasciato. C’erano i suoi figli, gli amici, tutti coloro che con lei hanno condiviso il percorso di “Campi per Campi”, l’amministrazione comunale con il vicesindaco Federica Petti e l’assessore regionale Monia Monni, in quegli anni assessore a Campi Bisenzio”.


Patrizia, infatti, che insieme al marito Carlo gestiva la gioielleria Ruffo, era stata tra i fondatori e i principali animatori di “Campi per Campi”, associazione nata all’inizio degli anni ’90, che svolse per diversi anni un ruolo importante nella crescita e nella promozione della cultura della città. E che dette vita a una stagione di studi sulla storia, l’arte e le tradizioni di Campi Bisenzio. “L’amministrazione comunale – dice il presidente della Pro Campi, Gianni Panerai – credette da subito nel progetto, lo incoraggiò e collaborò finanziando diverse ricerche e pubblicazioni. Gran parte delle conoscenze che oggi abbiamo, le dobbiamo al lavoro di ricerca e di divulgazione di quegli anni. Ma l’impegno di Patrizia non si riduce soltanto all’attività dell’associazione. Era stata tra i promotori di quella che oggi è la compagnia teatrale Santo Stefano, nata tra alcuni giovani volenterosi allo scopo di raccogliere fondi per la costruzione della nuova chiesa del Sacro Cuore e oggi un gruppo affermato che produce rappresentazioni non solo di teatro in vernacolo, ma anche opere di maggiore impegno. Insomma, Patrizia era sempre presente quando c’era da fare qualcosa per la città”.
C’è poi la sua opera come scrittrice, che ha prodotto sia diverse poesie che opere narrative: le poesie, diverse delle quali sono state lette nel corso dell’incontro, “esprimono intensità di sentimenti e profondo senso di partecipazione verso il mondo e verso gli altri. Sottendono certamente la sua formazione profondamente religiosa, che tuttavia non si manifesta in maniera esplicita ma forse anche per questo appare ancora più autentica. Le opere narrative sono forse la parte più importante della sua attività letteraria. Già da ragazzina Patrizia aveva sviluppata una propensione alla scrittura creativa. Ha poi coltivato questo talento, affinando via via nel tempo le capacità espressive, – aggiunge Panerai, suo ex compagno di scuola – fino al romanzo “Signora della notte”, che presenta una significativa complessità di narrazione, svolgendosi lungo un arco temporale molto lungo, che attraversa più generazioni, con dei personaggi dalla personalità ben definita, che ha come protagoniste due donne di generazioni diverse, in cui l’una riceve come in dono l’eredità morale dell’altra, che non ha conosciuto, rappresentata simbolicamente attraverso un quadro. In qualche modo una “scrittura al femminile” ante litteram. E insieme una narrazione in cui sullo sfondo c’è molta Firenze, gli eventi storici, la guerra, la resistenza. Così come nella narrazione del precedente romanzo “La regina Isabella” c’era molto di Campi. E anche nelle opere narrative si esprime una grande sensibilità, una grande apertura verso gli altri e verso il diverso da sé”.