FIRENZE – Claudio Bettazzi, che ha rivestito fino al giugno scorso la carica di presidente di Cna Toscana centro e da 40 anni nel comparto tessile e filati con l’impresa di cui è titolare, a Montale, è stato eletto vicepresidente nazionale Cna e farà parte della nuova squadra nominata a fianco del presidente nazionale riconfermato Dario Costantini. L’elezione è stata sancita in occasione dell’assemblea nazionale Cna che si è tenuta all’Auditorium della Conciliazione di Roma il 3 e 4 dicembre a cui ha partecipato una delegazione di dirigenti di Cna Toscana centro guidati dal presidente Emiliano Melani e dalla direttrice Cinzia Grassi. E che ha visto inoltre la nomina, nella nuova direzione nazionale, dello stesso Emiliano Melani e di Massimiliano Peri (già presidente nazionale unione benessere e sanità).
“E’ un grande onore – dice Bettazzi – essere stato chiamato a rivestire questo ruolo ai vertici nazionali ma al contempo sono consapevole della grande responsabilità che questo incarico presuppone, visto che porta con sé nuove sfide di valenza nazionale e territoriale che intendo portare avanti nell’esercizio di questa nomina. Ringrazio il presidente Costantini e il presidente Tonini di Cna Toscana per avermi indicato, ma soprattutto ringrazio Cna Toscana centro, sulla quale ho scommesso fin dal 2013 e che ho avuto la fortuna di presiedere fino a pochi mesi fa. Una delle poche organizzazioni che ha fatto scelte coraggiose di superamento dei livelli territoriali, che sta investendo molto in innovazione per essere parte di un sistema sempre più al passo con i tempi e a fianco delle imprese”.
E ancora: “Questa nuova sfida impone una grande responsabilità: le nostre imprese infatti stanno vivendo una fase storica di grande complessità, dimostrando comunque una enorme resilienza di fronte ad un contesto internazionale che certo non aiuta a competere, ma si trovano spesso sole ad affrontare le ripercussioni di enormi criticità: dai rincari energetici alle sfide della transizione ecologica e digitale, dai conflitti in atto ai dazi imposti dagli Usa. Tutto questo rende ancora più duro il lavoro quotidiano delle nostre imprese, che sul fronte nazionale pagano anche la mancanza di una visione di politiche industriali vicine all’economia reale, fatta di micro e piccole imprese. Abbiamo ancora lacune irrisolte sul piano dei costi dell’energia e della burocrazia, sui temi della giustizia civile, degli investimenti pubblici, delle infrastrutture. Ecco, per fare davvero un passo avanti serve, oggi come non mai, una maggior collaborazione tra istituzioni e forze di rappresentanza e sociali e una decisa spinta a un cambiamento condiviso, senza il quale difficilmente potremo risollevare un sistema economico messo oggi a dura prova soprattutto sul fronte degli investimenti e dell’occupazione”.

