CAMPI BISENZIO – Si sono schierati, nella saletta che abitualmente ospita le conferenze stampa all’interno della ex Gkn, fianco a fianco: Dario Salvetti e Matteo Moretti, della Rsu, l’avvocato della Fiom Cgil Andrea Stramaccia, Stefano Angelini (Fiom-Cgil) e Massimo Barbetti, anche lui della Rsu. L’uno a fianco dell’altro, a dimostrare la compattezza dello “schieramento”, ma anche “quel grammo di speranza in più”, come lo ha definito lo stesso Salvetti, arrivato all’indomani della sentenza del Tribunale del Lavoro di Firenze che ha annullato la procedura di licenziamento collettivo avviata dalla proprietà. Ma soprattutto per chiedere ammortizzatori sociali e un intervento pubblico che avvii la reindustrializzazione dello stabilimento di Campi Bisenzio.
La seconda sentenza che accoglie il ricorso presentato dalla Fiom Cgil sulla base dell’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori riapre quindi il confronto con azienda e istituzioni: “Abbiamo acquistato tempo, – dice la Rsu – ma ora è necessario che le istituzioni locali e nazionali si attivino per riportare reddito e lavoro”. “E’ urgente un confronto con le istituzioni a livello nazionale e locale, – ha aggiunto Angelini – spiegando che la cassa integrazione ora in essere per i 185 lavoratori dello stabilimento scade il 31 dicembre. Dal 1 gennaio bisognerà chiedere ammortizzatori sociali che coprano il reddito di questi lavoratori e per questo bisogna tornare assolutamente a parlare con il governo”. Per Angelini lo stop ai licenziamenti “è un punto di ripartenza, perché l’azienda può anche riaprire la procedura, ma con questa sentenza abbiamo acquistato tempo per provare a fare le cose non fatte nei due anni precedenti”. “Speriamo che tutto questo – ha detto l’avvocato Stramaccia – dia una “stretta” alla vicenda e consenta di arrivare a una svolta positiva per queste persone che da oltre due anni resistono e che adesso meritano qualcosa di importante”.
La sentenza, infatti, impone all’azienda di seguire le procedure previste dalla legge 234/2021 e quindi l’illustrazione delle ragioni finanziare ed economiche che hanno impedito la reindustrializzazione, la presentazione di un piano alternativo, in accordo con lavoratori e sindacati, e l’accesso a nuovi ammortizzatori sociali, che al momento si chiudono con il 31 dicembre. “L’azienda deve mettere a disposizione lo stabilimento, – spiega la Rsu – cosa che finora non ha fatto con chiunque si sia affacciato per proporre piani industriali. Chiediamo il pagamento di tutte le spettanze ancora dovute, ossia stipendi, permessi e ferie dal novembre 2022, quando l’azienda ha smesso di consegnare i cedolini di busta paga, oltre a una discussione seria sulla reindustrializzazione, che tenga conto dello scouting regionale e di progetti industriali presentati dalla cooperativa dei lavoratori. Le istituzioni, nazionali e locali, devono avere il coraggio dell’intervento pubblico, perché le intenzioni della proprietà, la precedente e l’attuale, sembrano essere chiare, come dimostrano anche recenti inchieste giornalistiche che parlano di un piano di dismissione che risale al 2020”.
Secondo la legge 234, insomma, adesso dovranno riaprirsi i tavoli ministeriali e si dovranno definire nuovi ammortizzatori sociali. Da questa base potrà ripartire il confronto sulla reindustrializzazione e quindi proposte reali per riportare il lavoro nello stabilimento. “Il governo ha dimostrato di tifare per la speculazione e i licenziamenti, – conclude la Rsu – fino a chiedere lo sgombero di un’azienda dove stanno lavorando operai in turno, non pagati da oltre un anno. Le istituzioni locali invece cosa stanno facendo? Si deve avere il coraggio di prendere una decisione e quindi consorzio pubblico e opzione di acquisto sullo stabilimento. Se non si ha il coraggio di fare il passo in più, questa storia riporterà all’apertura della procedura di licenziamento. Senza intervento pubblico difficilmente si riporterà il lavoro qui dentro”. In questo clima il Collettivo di fabbrica Gkn si prepara alla serata del 31 dicembre, quando tutta la comunità solidale è chiamata a riunirsi davanti ai cancelli per una serata di interventi e un concerto con Gruppo Popolare Terra e Lavori, Errico Canta Male, Geppi Cuscito dei Casinò Royale, Mauràs e Tenore, The Magnetics componenti degli Shandon, Meganoidi, Dj set con Gippy e Muffa.
“La sentenza sulla ex Gkn, – ha detto il segretario regionale Pd, Emiliano Fossi – oltre ad annullare la procedura di licenziamento collettivo, impone alla proprietà di imboccare la strada del decreto Orlando, cioè impone all’azienda di stilare un programma sociale da inviare al Ministero del lavoro e a quello delle Imprese e Made in Italy. Un lavoro del nostro ministro e delle norme che volemmo, non senza difficoltà, con la contrarietà della destra, per limitare le delocalizzazioni selvagge. Quella norma che per tanti era demagogia oggi riapre la partita per i 185 operai della ex Gkn”.
“Insieme, Regione e sindacati hanno ottenuto un primo, grande risultato, a dimostrazione che è giusto tenere il punto su questioni così delicate che investono la sfera professionale e familiare. Ma la sentenza del Tribunale del Lavoro di Firenze va oltre e sancisce che per la Gkn ci sono le condizioni per applicare il Decreto Orlando sulle delocalizzazioni selvagge. Deve essere questo il prossimo punto da tenere”: a parlare così è invece la presidente della commissione Sviluppo economico in Consiglio regionale, Ilaria Bugetti (Pd). “Credo che il Governo – ha aggiunto – dovrà riaprire subito un tavolo per accompagnare questo percorso sancito dal Tribunale di Firenze. Da parte nostra, insieme ai sindacati che ringrazio per il lungo e prezioso lavoro fatto, ci assicureremo che le procedure del Decreto Orlando siano rispettate in maniera accurata”.