Incontro a un anno dall’esplosione del deposito Eni di via Erbosa

CALENZANO – Si terrà il 9 dicembre alle 14.30 (Hangar 42 im via Vittorio Emanuele 42) un convegno organizzato da Rete nazionale lavoro sicuro, per ricordare le vittime dell’esplosione avvenuta un anno fa al deposito Eni di via Erbosa, ma anche Luana D’Orazio, la giovane operaia di 22 anni uccisa il 3 maggio 2021, incastrata […]

CALENZANO – Si terrà il 9 dicembre alle 14.30 (Hangar 42 im via Vittorio Emanuele 42) un convegno organizzato da Rete nazionale lavoro sicuro, per ricordare le vittime dell’esplosione avvenuta un anno fa al deposito Eni di via Erbosa, ma anche Luana D’Orazio, la giovane operaia di 22 anni uccisa il 3 maggio 2021, incastrata in un orditoio manomesso in un’azienda tessile di Montemurlo. Presiede Ezio Gallori, sindacalista e promotore della Rete, la relazione introduttiva è affidata a Vito Totire, medico del lavoro, e portavoce della Rete. Seguirà la discussione, a cui parteciperanno, tra gli altri, Carmine Abate, figlio di operaio vittima del lavoro; Gilberto Gaudenzi di AEA Ravenna; l’avvocata Elisa Ferrarello, impegnata per il riconoscimento delle malattie professionali; Corrado Seletti dell’Associazione per il futuro delle nostre valli di Parma; Luca Toscano dei Sudd Cobas. Alle 17 le conclusioni e l’avvio dei programmi di lavoro.

La Rete indica gli obiettivi da praticare: “Va garantita la stessa speranza di vita e di salute a tutti. Serve prevenzione, è importante “arrivare il giorno prima e non il giorno dopo”. Vanno spostati i rapporti di potere a favore dei lavoratori, anche attraverso l’avvio capillare, ovunque nel territorio, di assemblee periodiche dei gruppi operai omogenei per la vigilanza e la vautazione dei rischi. Vanno abolite tutte le attuali condizioni di neoschiavismo e costrittività delle organizzazioni lavorative, ormai la regola nell’attuale mercato e non l’eccezione. Servono sinergie tra le Assemblee dei Gruppi operai omogenei e i Servizi di vigilanza istituzionali che devono essere potenziati e relazionarsi ai Gruppi con i criteri della validazione consensuale e della valorizzazione della soggettività del lavoratori”.

Per la Rete nazionale lavoro sicuro “i documenti di valutazione del rischio devono essere pubblici e devono essere emendati e validitati criticamente e preventivamente dai lavoratori. Vanno potenziate inoltre le capacità dei lavoratori di contrastare l’economia basata sul consumismo e sulle fonti di energia fossile. Al centro resta sempre la prevenzione ma, si legge nella nota “In caso di danni, questi ultimi devono essere risarciti dignitosamente: l’epilogo giudiziario dell’atroce omicidio di Luana D’Orazio (senza dimenticare tutti gli altri processi e tra questi quello Eternit) dimostra che siamo ancora su una strada completamente sbagliata”.