Ordine degli ingegneri: “Il piano di riconversione Eni Calenzano è positivo per l’area metropolitana”

CALENZANO – “Il piano di riconversione dell’impianto Eni di Calenzano in un grande polo fotovoltaico rappresenta un segnale positivo per l’area metropolitana fiorentina e tutta la Toscana, sia per la scelta delle rinnovabili sia per la dimensione dell’intervento”. A dirlo è Stefano Corsi, coordinatore della Commissione Ambiente e Energia dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Firenze, commentando […]

CALENZANO – “Il piano di riconversione dell’impianto Eni di Calenzano in un grande polo fotovoltaico rappresenta un segnale positivo per l’area metropolitana fiorentina e tutta la Toscana, sia per la scelta delle rinnovabili sia per la dimensione dell’intervento”. A dirlo è Stefano Corsi, coordinatore della Commissione Ambiente e Energia dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Firenze, commentando l’annuncio della trasformazione del sito Eni di Calenzano in un impianto fotovoltaico da 20 MWp, a un anno dal tragico incidente che costò la vita a cinque persone e che portò alla chiusura dell’area. “Il fatto che un’area industriale così delicata venga destinata alla produzione di energia solare è un passaggio coerente con gli indirizzi che da tempo come Ordine indichiamo: più capacità rinnovabile e una programmazione energetica che guardi al medio periodo. E va sottolineato che qui non si parla di un’operazione simbolica: 20 MWp — prosegue Corsi — sono una potenza significativa”.

“Questa riconversione — aggiunge Corsi — porta anche un tema più ampio, che riguarda molte aree produttive della Piana e di altri territori toscani: ci sono funzioni industriali che oggi non sono più compatibili con il tessuto urbano circostante, sia per ragioni di sicurezza sia per ragioni ambientali. La trasformazione di Calenzano può diventare un modello replicabile, e non un caso isolato, se si mettono in campo politiche che facilitino la riconversione degli impianti fossili verso funzioni sostenibili”.

“Un impianto da 20 MWp, in grado di coprire i consumi elettrici di circa 10.000 famiglie — continua Corsi — contribuisce in modo concreto ad aumentare la potenza fotovoltaica installata in Toscana, che oggi supera di poco 1,6 GW complessivi: un valore ancora distante da ciò che servirà per gli obiettivi al 2030. È proprio su impianti di queste dimensioni che si gioca la partita, perché i numeri veri della transizione non si fanno solo con i pannelli sui tetti o sulle pensiline”. “Naturalmente — conclude Corsi — servono tutte le componenti: tetti, agrivoltaico, piccoli impianti diffusi. Ma senza un utilizzo strategico delle aree produttive, dove è possibile installare potenze rilevanti, la transizione non regge sul piano quantitativo. Per questo interventi come quello di Calenzano sono importanti e vanno sostenuti e moltiplicati”.