Pirrone (Cnr): sugli effetti dell’aeroporto ancora non ci si può pronunciare

SESTO FIORENTINO – Mentre i comitati dell’area fiorentina e pratese raccolgono firme per chiedere che sia un ente terzo e indipendente a svolgere un ulteriore studio sull’impatto della nuova pista, siamo andati a rivedere cosa dicono gli studi che fin qui si sono susseguiti. Tra i vari documenti, uno è lo studio effettuato nel 2013 […]

SESTO FIORENTINO – Mentre i comitati dell’area fiorentina e pratese raccolgono firme per chiedere che sia un ente terzo e indipendente a svolgere un ulteriore studio sull’impatto della nuova pista, siamo andati a rivedere cosa dicono gli studi che fin qui si sono susseguiti. Tra i vari documenti, uno è lo studio effettuato nel 2013 da alcuni scienziati del Cnr, su commissione delle Province di Firenze e Prato e da vari Comuni della Piana. Lo studio che aveva a capo Nicola Pirrone, direttore dell’Istituto sull’Inquinamento atmosferico a Roma, ha visto il coinvolgimento di diversi dipartimenti, visto che veniva richiesto un parere su aspetti diversi quali quello naturalistico, idrogeologico, di inquinamento atmosferico e ambientale, economico.
“Il nostro parere tecnico non ha potuto che fotografare la situazione dell’allora stato di fatto, in mancanza di un progetto specifico” ha spiegato a Piananotizie il dottor Pirrone “Abbiamo contribuito, secondo le nostre competenze, a fornire una analisi dei punti di forza e delle debolezze dei vari scenari. Sottolineando le possibili criticità e suggerendo come fare per minimizzarle”.
In particolare lo studio che – sottolinea Pirrone – non è certo una sentenza positiva o negativa, evidenzia i problemi idrogeologici e delle acque reflue, nonché gli aspetti connessi alla viabilità. Scorrendo il documento infatti emerge come in più punti si lamenti la carenza di dati o di dati aggiornati; il parere del Cnr si basa infatti su alcuni studi svolti dall’Università, i dati forniti dagli enti competenti e le varie iniziative partite dai singoli enti territoriali.
Sull’analisi costi-benefici si lamenta l’utilizzo di un modello troppo semplicistico; sarebbe opportuna invece “cautela e più approfondite analisi sull’effettivo potenziale di domanda futura per gli aeroporti toscani”; quanto alla viabilità e all’effetto impattante, difficile prevedere li scenari in mancanza di sicurezze per quel che riguarda la tramvia o i dati dell’alta velocità.
Senza andar troppo per le lunghe, basta dire che nella conclusione, si lasciano aperte ogni ipotesi e scenario, ma si ribadisce che “Le problematiche inerenti il rischio idraulico derivante dall’ampliamento dell’aeroporto dovranno essere analizzate attentamente” e “Appare necessaria l’effettuazione di una VIS sulla base di dati di
pressione ambientale (inquinamento atmosferico e acustico) e di esposizione potenziale
della popolazione rappresentativi delle specificità attuali e non come riscontrato nella documentazione fornita sulla base di dati e analisi, anche parziali, risalenti a oltre 10 anni fa (non oltre il 1999) anche in considerazione dei molti e significativi cambiamenti avvenuti nell’ultimo decennio nella stessa area”
“Ogni serio parere appare comunque inutile – conclude Pirrone – finchè non si giungerà ad un ultimo progetto definitivo”.
Francesca Gambacciani