CAMPI BISENZIO – Sarà la prima regionale di “Pupi Avati si racconta” a inaugurare, sabato 25 ottobre alle 21, la nuova stagione del Teatrodante Carlo Monni, che quest’anno si muove al grido di “Prima dell’alba”, tra passato e presente, identità e relazione, amore e fragilità. Sul palco il regista del film “Regalo di Natale”, ma anche de “Il cuore altrove” o de “La casa dalle finestre che ridono”, andando in questo caso più a ritroso nel tempo. Non solo cinema, ma anche tanta televisione, teatro, libri, l’ultimo dei quali è adesso in libreria. Una carriera lunghissima, quella del regista bolognese, e nella quale ha saputo raccontare la società in cui viviamo e i valori – o le pecche – che la contraddistinguono. Ma anche di malattia e di amore. Pupi Avati, quindi, domani sera, accompagnato dai musicisti Checco Coniglio, Alfredo Ferrario, Francesco Angiuli e Simone Daclon, offrirà al pubblico un viaggio tra incontri straordinari, film memorabili, aneddoti incredibili, il ’68, le amicizie, la musica jazz, Bologna. A seguire, il firmacopie del suo nuovo libro “Rinnamorarsi” (Solferino 2025).
Uno spettacolo, “Pupi Avati si racconta”, in cui un grande Maestro incontra il suo pubblico per una serata di musica e parole che, attraverso la sua vicenda personale, restituisce un affresco della storia d’Italia degli ultimi decenni. Quello di Avati è un cinema nutrito di luoghi familiari, umori novecenteschi, sentimenti veri e mai urlati, timidezze castranti e orrori inattesi, in equilibrio perfetto tra rassicurazioni e imprevisti. Un cinema che ha sempre riservato alla musica un ruolo centrale. Fu infatti il jazz la sua prima musa: titoli come Jazz Band, Dancing Paradise e Bix testimoniano una passione che lo portò a incrociare la strada di talenti straordinari come Lucio Dalla.
Evento speciale, invece, l’anteprima del Festival dei popoli in programma oggi, venerdì 24 ottobre, alle 21 con la proiezione di “L’azzurro in alto e l’oro dentro”, un film di Pepi Romagnoli, che racconta la storia di Valeria Gavrylyuk, una bambina di nove anni che con gli entusiasmi e le fragilità della sua età, combatte e vince la sua battaglia durante il conflitto Russo-Ucraino, e profuga in Italia riesce a trovare non solo un rifugio, ma anche una prospettiva per il suo futuro.
