“Luce d’Arno”: all’Officina Michelagnoli per riscoprire il fiume

SIGNA – Una sede storica (l’Officina Michelagnoli, dal 1793 specializzata nella produzione dei cappelli), un contesto altrettanto importante per Signa (la fiera di settembre), un gruppo di artisti mossi da un grande entusiasmo (sotto l’egida de “La Corte Arte Contemporanea”) e la necessità di riappropriarsi del “fiume” (l’Arno). Questi gli ingredienti di “Luce d’Arno – […]

SIGNA – Una sede storica (l’Officina Michelagnoli, dal 1793 specializzata nella produzione dei cappelli), un contesto altrettanto importante per Signa (la fiera di settembre), un gruppo di artisti mossi da un grande entusiasmo (sotto l’egida de “La Corte Arte Contemporanea”) e la necessità di riappropriarsi del “fiume” (l’Arno). Questi gli ingredienti di “Luce d’Arno – Riscoprire il fiume”, la mostra che dà il via alla fiera e che sarà inaugurata sabato 3 alle 11 presso l’Officina Michelagnoli, trasformata in una sala espositiva per artisti contemporanei decisi a confrontarsi con il fiume: Carlo Valentini, Giuseppe Biagi, Aroldo Marinai, Robert Gligorov, Luca Matti, Roberto Pupi, Paolo Staccioli, Giuseppe Cabras, Tayu Vliestra e Duccio Ricciardelli, con la direzione artistica di Rosanna Tempestini Frizzi. La mostra (un insieme di fotografia, pittura, scultura e tanto altro ancora) è stata presentata questa mattina in Comune, nasce da un’idea dell’assessore all’urbanistica Paolo Pecile e rappresenta la prima tappa di un percorso, anzi di un progetto che parte da Signa per poi fare tappa a Stia (dall’8 al 16 ottobre), Ellera (dal 29 ottobre al 6 novembre) per concludersi a Pisa nell’ottobre del 2017. In altre parole, “uno studio seminale di un cammino lungo il fiume che tocchi ogni aspetto delle possibili interazioni, dall’utilizzo energetico a quello estetico volto alla produzione di materiali utili ai più svariati approfondimenti”. L’iniziativa vuole pertanto tentare una lettura complessiva che si estenda concettualmente e geograficamente al di là del capoluogo toscano e che miri a comprendere i sistemi relazionali che ne hanno permeato vita, attività e relazioni di comunità. Una mostra (aperta dalle 18 alle 22) voluta fortemente dal Pro loco e dal suo presidente Laura Mannori, di cui il vice-sindaco Sara Ambra si è detta “lusingata” e che “nasce – ha detto Valentini – grazie all’entusiasmo di un gruppo di amici e alla volontà di mettere in risalto il fiume. In un anno in cui ricorre il 50° anniversario dalla tragica alluvione di Firenze ma con quello che è il nostro spirito, in controtendenza ovvero allontanando il concetto di commemorazione ma piuttosto con l’obiettivo di creare un laboratorio scientifico e artistico sul tema di acqua e comunità”. “Ho frequentato l’Arno in ambiti diversi – ha aggiunto Marinai – e ora ho cercato di ritrovare una parte di quel fiume immaginando una pescaia, uno “sbarramento” per gli artisti con cui ho collaborato fino a oggi”. “Ospitare la mostra – ha detto Giuseppe Michelagnoli – è il modo migliore per ringraziare tutte quelle persone che, sia a Signa che a Lastra a Signa, hanno speso la loro vita lungo il corso dell’Arno”. Primo evento collaterale la conferenza di domenica 4 settembre alle 16 a cura dell’antropologo Paolo De Simonis sul tema “Lavarsi gli occhi in Arno, visioni diverse della stessa corrente” a cui seguirà alle 18 la jam session di parole e suoni insieme a Lucilla Bernardini. Info www.lucedarno.it