Sesto com’era e la cena dello “stufato di pelliccia”

SESTO FIORENTINO – Ed è finita con lo “stufato di pelliccia” (tante patate e poca ciccia) la serie di incontri Sesto Com’era organizzata dal Centro Civico 2. Alla serata di cucina sestese che si è tenuta ieri sera alla Casa del Popolo di Querceto, tanti i partecipanti, e come ospite d’onore il sindaco Lorenzo Falchi. […]

SESTO FIORENTINO – Ed è finita con lo “stufato di pelliccia” (tante patate e poca ciccia) la serie di incontri Sesto Com’era organizzata dal Centro Civico 2. Alla serata di cucina sestese che si è tenuta ieri sera alla Casa del Popolo di Querceto, tanti i partecipanti, e come ospite d’onore il sindaco Lorenzo Falchi. “Con queste serate, che hanno dimostrato un certo successo, non si è voluto fare un’operazione nostalgia ma dare maggior conoscenza della nostra città e delle storie piccole e grandi con cui si è formata” ha detto il sindaco. Ad accompagnare le portate ci sono state le letture di alcune storie sestesi: la giornalista di Piananotizie Elena Andreini ha letto il racconto del “prosciutto di Maino”, storiella popolare rielaborata qualche anno fa per il nostro giornale da Daniele Calieri. Tre studenti del Calamandrei hanno invece letto delle storie di anziani sestesi che erano state raccolte dalla banca della memoria e rielaborate da Beatrice Bongianni. Sono storie vivide degli anni della guerra da dicerse prospettive: Rebecca Naldi ha portato la testimonianza della fame, la fame nera che costringeva le persone, anche bambini, ad andare di notte a prendere ghiande e legname di nascosto dai contadini, che il razionamento non bastava mai. Emanuele Sabatini ha raccontato la vicenda di un treno merci che si era fermato alla stazione, e si era scoperto essere stipato di donne e bambini ebrei che stavano per essere condotti al campo di concentramento. Giulio Razzano ha letto una testimonianza di prigionia e di umanità anche da parte di soldati tedeschi.
In generale anche queste storie sestesi hanno confermato l’interesse generale che c’è per il passato della nostra città in modo da costruire un linguaggio comune, una memoria ma anche una cultura condivisa che possa servire come base per guardare al futuro della nostra collettività. Per cui dal Centro Civico 2 rassicurano: ci sarà un bis.
Francesca Gambacciani