Cna Toscana: “Individuare i siti dove stoccare i fanghi da depurazione”

PIANA – E’ necessario che la Regione Toscana con il coinvolgimento dei Prefetti individui immediatamente siti dove effettuare lo  stoccaggio temporaneo o definitivo dei  cosiddetti ‘fanghi da depurazione’. Lo afferma Cna Toscana che nei giorni scorsi ha tenuto una riunione con le imprese di autospurgo, alla quale hanno partecipato numerose imprese del settore nonostante sia […]

PIANA – E’ necessario che la Regione Toscana con il coinvolgimento dei Prefetti individui immediatamente siti dove effettuare lo  stoccaggio temporaneo o definitivo dei  cosiddetti ‘fanghi da depurazione’. Lo afferma Cna Toscana che nei giorni scorsi ha tenuto una riunione con le imprese di autospurgo, alla quale hanno partecipato numerose imprese del settore nonostante sia stata convocata con solo un giorno di preavviso.

“Cna Toscana – ha detto Giuseppe Brasini, presidente Cna Fita Toscana – incontrerà l’assessore regionale all’ambiente, Federica Fratoni, e invierà in giornata una lettera ai Prefetti per sottolineare la gravità del problema e l’urgenza di affrontarlo”.

Cna Toscana scpieche che “anche le imprese di autospurgo non possono effettuare il proprio lavoro di vuotatura fosse biologiche e pulitura pozzi neri: la recente sentenza del Tar della Lombardia ha bloccato di fatto tale attività in questa regione dove veniva inviata la maggiore quantità dei cosidetti ‘fanghi da depurazione’ prodotti in Toscana (tali fanghi devono essere per legge smaltiti in centri specializzati o bruciati negli inceneritori). Dal momento che le imprese che effettuano questo lavoro sono obbligate a smaltire entro 48 ore altrimenti incorrono nel penale e gli impianti privati esistenti in Toscana stanno chiudendo tutti per ferie e/o manutenzione, gli autospurghi non sono in grado di effettuare il servizio”.

Dal 6 agosto infatti centri privati non accetteranno più conferimenti e di conseguenza da lunedì l’attività delle imprese di autospurgo sarà bloccata con gravi conseguenze economiche per tali imprese, oltre ai disagi per la cittadinanza (privati cittadini, ospedali, musei, alberghi). Il problema, spiega Cna Toscana, riguarda anche società pubbliche: Publiacqua ha comunicato alle imprese di autospurgo la chiusura immediata dei propri impianti, in conseguenza sempre della sentenza del Tar della Lombardia, poiché ha difficoltà nello smaltire i fanghi disidratati prodotti dall’impianto stesso.

“Sulle soluzioni di medio/lungo periodo – ha detto Michele Santoni, portavoce settore trasporto merci Cna Toscana – è auspicabile che il governo proceda alla revisione del decreto legislativo 99/92 relativo allo spandimento dei fanghi in agricoltura; nell’immediato occorrono soluzioni tampone con l’individuazione di centri di stoccaggio temporaneo. E’ necessario però che la Regione garantisca alle imprese la certezza della destinazione dove conferire e anche dove effettuare il trattamento: occorre un piano preciso per non ritrovarsi nuovamente all’emergenza, magari per un’altra tipologia di rifiuto. E’ impensabile infatti che, come sta già accadendo, siano contattati paesi come Bulgaria e Polonia per lo smaltimento di tali fanghi, con conseguenze economiche pesanti per cittadini e imprese”.