CAMPI BISENZIO – Quando si parla di vivere le emozioni, Firenze non è seconda a nessuno. Un’altra riprova evidente si è avuta ieri sera al Teatrodante a Campi Bisenzio. E anche se non c’erano Palazzo Vecchio o la Basilica di Santa Croce a fare da “cornice” (e che cornice…), poco importa. Il cuore di Firenze era lì, fra la statua di Carlo Monni seduto sulla panchina a “vigilare” davanti al teatro e la storia della città e della Fiorentina al suo interno. L’occasione era infatti la seconda edizione del premio “Top player viola”, che da quest’anno è anche “Capitano mio capitano”, a quasi un anno dalla scomparsa di Davide Astori nella maledetta trasferta di Udine. In altre parole, la serata evento del “Brivido sportivo”, organizzata da SportMedia Group, in collaborazione con i giornalisti Mario Tenerani e Luca Calamai, che ha voluto e vuole rendere omaggio ai grandi capitani della storia della Fiorentina. Merlo, Galli, Ariatti, Pasqual e Pezzella (a cui è andato il premio) a rappresentare cinque epoche diverse della storia viola (senza dimenticare Dainelli e Donadel) ma soprattutto cinque uomini veri, cinque persone (o sette, fate voi) per bene, che hanno contribuito e non poco alla causa viola; contributo che è stato certificato, fra gli altri, anche dalla presenza del Museo Fiorentina. E insieme a loro “Asto”, Davide Astori, “rappresentato” nell’occasione dal babbo Renato e da uno dei due fratelli, Marco, ma, come ribadito da Stefano Pioli nei giorni scorsi, che è sempre “presente” con i suoi compagni di squadra. Una presenza che si è sentita e che si sente eccome. In una bella serata, per Campi e per la Fiorentina. Guardando anche al futuro, a Federico Chiesa che, chissà, potrebbe essere il capitano del domani e che, come ha detto capitan Pezzella, se dipendesse da lui, lo chiuderebbe a chiave a casa per non farlo partire. Cosa succederà in realtà? Lo scopriremo solo vivendo…
(Fotografie Roberto Vicario)