SESTO FIORENTINO – “La scelta di fare nell’area Ginori, tra viale Giulio Cesare e viale Pratese, una variante che prevede un intervento di nuova edificazione di 10.000 mq con una destinazione prevalentemente commerciale può essere il colpo definitivo per il centro cittadino. Una variante di questa portata non può essere realizzata senza pensare alle conseguenze che questo potrà avere sul resto della città”. E’ quanto sostiene, in una nota, il PD sestese, dopo l’approvazione della variante dell’area Ginori, da parte del consiglio comunale.
“Ci siamo battuti con forza e convinzione a tutti i livelli – prosegue la nota del PD – con i ministri Franceschini e Calenda, con la Regione Toscana e a livello comunale sostenendo una battaglia unitaria, insieme a tutte le forze politiche, che compongono il consiglio comunale, alle forze sindacali e al sindaco, per fare in modo che l’azienda rimanesse a Sesto Fiorentino accanto al Museo di Doccia. Siamo felici e orgogliosi del risultato ottenuto e lo riconfermiamo con forza, inoltre abbiamo apprezzato l’impegno economico di Unicoop Firenze per l’acquisizione dei terreni dell’area. È evidente che una variante andava certamente fatta e sarebbe stata una scelta accettabile lo spostamento della Coop del Neto in questa area, mantenendo l’attuale superficie commerciale, migliorando la situazione dei parcheggi e della viabilità complessiva. Non condivisibile è invece un intervento che è il quadruplo di mq rispetto ai 2500 mq attuali della Coop del Nero, creando così una nuova polarità commerciale capace di mettere in ulteriore crisi il centro cittadino”.
Nel consiglio comunale il PD ha votato contro alla variante. “Era nota da mesi -si legge nella nota – visto che l’amministrazione Falchi in sede di discussione del Piano Strutturale aveva potuto leggere la nostra osservazione, specifica sull’area Ginori, dove ci si raccomandava di non accrescere le superfici commerciali già esistenti a livello comunale. Anche su scelte di questa importanza l’amministrazione Falchi procede a colpi di maggioranza senza ricercare un’unità di intenti e senza mettere in campo un’autentica volontà di costruire scelte, le più condivise possibili, con le altre forze politiche”.