SESTO FIORENTINO – “Negli ultimi tempi, sempre più spesso, capita ai nostri amministratori, nella fattispecie i ‘duumviri sestesi’ (magistrati dell’antica Roma eletti in coppia, per ragione di reciproco controllo e consiglio, per soprintendere a pubblici uffici e a delicati incarichi) di non avvertire l’esigenza di ampliare la platea della partecipazione nella formazione di processi decisionali per argomenti, molto delicati che incidono profondamente sul futuro della nostra città”. Ad affermarlo, in una nota, la segreteria del Partito Socialista di Sesto, che punta l’indice sulla nuova variante Ginori.
“Non è solamente la partecipazione alla vita democratica del paese di una parte importante della nostra realtà politica che viene a mancare – prosegue la nota -di fatto viene meno un livello di conoscenza più ampio che, in alcuni casi, potrebbe diventare essenziale e, quindi, di aiuto per prendere decisioni. Nello specifico facciamo riferimento alla Variante Area Ginori, ultima in ordine di tempo. Eppure questa volta, bastava ripercorrere (evitando il fastidio delle riunioni) un breve tratto della vita politica ed amministrativa della nostra città, iniziando dal 2004, per farsi un’idea ‘della materia del contendere’. Rilevante è stata l’attenzione riservata all’area del comparto Ginori (sede della Richard Ginori ); unitamente ad altre aree di tipo produttivo, non era stata inserita nel Regolamento Urbanistico vigente (2014) per non generare, in riferimento alle ‘aree urbane non consolidate’, aspettative di ‘edificabilità’: un secondo Regolamento Urbanistico che di fatto recuperava flessibilità nella gestione del territorio. Anche da una semplice rilettura del programma di legislatura della compagine che ha amministrato la nostra realtà dal 2009 al 2014 e, segnatamente, del capitolo riguardante il comparto Ginori, si sarebbero potuti evincere stimoli per portare a casa un risultato diverso”.
“Infatti – prosegue la nota – ‘la partecipazione del Comune, non soltanto formale o istituzionale ma attiva nel porre vincoli proattivi alle norme urbanistiche, consente di assicurare l’assoluta trasparenza e garantire il completo interesse pubblico nell’intera vicenda…’ offriva, con precisione, indicazioni per l’azione politica da intraprendere: l’ente locale impegnato nella difesa del territorio. I risultati non riflettano una simile impostazione; non si è evitato ‘un intervento edificatorio così pesante e squilibrato nel contesto urbano’. Condividiamo. Non ci sembra di soffrire della Sindrome della Nostalgia, non è nelle nostre corde; anche se riteniamo che qualche volta uno sguardo al ‘già visto’ potrebbe essere di aiuto”.