SIGNA – “Per decenni primo obiettivo, sempre disatteso, dei piani annuali e triennali dei lavori pubblici del Comune di Signa”: il gruppo consiliare di Uniti per Signa, il capo gruppo Gianni Vinattieri e il consigliere Simone Lulli, tornano ad affrontare la questione del Tabernacolo di via della Redina. E lo fanno allegando al comunicato stampa inviato alla nostra redazione anche una serie di fotografie scattate in tre momenti diversi (7 settembre 2022, 6 giugno 2023 e 14 luglio 2023) di cui ne pubblichiamo soltanto una parte..
“Una realizzazione – spiegano – all’insegna della dilatazione dei tempi e dello sperpero di danaro pubblico. Per poi essere immediatamente consegnato all’oblio, al degrado e all’oscurità: l’illuminazione principale non funziona più da mesi. Nel dicembre del 2019 venne approvato il progetto esecutivo. Con importi importanti: circa 95.000 euro di spese senza Iva, ben oltre i 100.000 euro con l’Iva. Dopo tre mesi, nel marzo del 2020, venne affidato l’appalto con un ribasso di gara del 23% e consegna dei lavori fissata per il 10 agosto del medesimo anno. Ma l’amministrazione comunale concede proroghe per 70 giorni lavorativi e approva una perizia di variante con cui viene totalmente annullato il ribasso di gara del 23%. La spesa totale per l’intervento torna esattamente all’importo del progetto esecutivo: circa 104.500 euro Iva compresa. Il recupero viene completato alla fine del 2021 con innumerevoli disagi per i cittadini della zona costretti a convivere con un cantiere limitante la già esigua carreggiata di via degli Alberti. E con una raccolta dei rifiuti urbani compromessa dalla difficoltà dei mezzi Alia a superare tale restringimento”.






“Tutto ciò – concludono – per poi abbandonare il tabernacolo a un degrado assoluto. Assediato da erba e arbusti incolti, ricettacolo di sporcizia e rifiuti, condannato a un’umidità che ne mina colonne e intonaco. Stalli amministrativi, pianificazioni scritte sulla sabbia, ritardi dei lavori, perizie di variante, spreco di risorse, aumento costi che sistematicamente annullano i ribassi di gara, disagi per residenti e lavoratori, degrado imperante. Il recupero del Tabernacolo è l’ennesimo monito su come non si deve amministrare la cosa pubblica”.