CAMPI BISENZIO – “Non abbiamo comunicazioni ufficiali sulla richiesta di sgombero del presidio”: il Collettivo di fabbrica ex Gkn commenta così la notizia sulla decisione del Tribunale uscita ieri. “Quello che risulta strano – aggiungono – è proprio la tempistica, che coincide con gli ultimi passi del Consorzio industriale pubblico, con i Comuni e la Regione che ufficializzano la partecipazione con le delibere, così come con la definizione del piano industriale della cooperativa Gff, che entra nei dettagli”.
“Sembra proprio un’operazione di distrazione – aggiungono – da quello che è il vero tema: l’unico piano industriale che conosciamo, a oggi, è il nostro. Le società immobiliari che possiedono lo stabilimento, lo vorrebbero libero per farci cosa? Sollevare la questione dell’ordine pubblico serve a non far parlare di altro? E perché non abbiamo nessuna garanzia sul pagamento di quanto ci è dovuto, con la Naspi decurtata perché non ci sono stati pagati i contributi, tanto che qualcuno di noi non può nemmeno andare in pensione? Fino a che non avremo tutti gli stipendi e fino a che non tornerà il lavoro, il presidio va avanti. Del resto, se non fosse per il presidio oggi la fabbrica sarebbe un guscio vuoto e non ci sarebbe niente da custodire”.
I lavoratori non hanno avuto accesso ufficiale al decreto del Tribunale, tanto da non conoscere i dettagli di questa decisione. Qualche settimana fa, durante un’udienza del Tribunale fallimentare, il Comune di Campi Bisenzio si propose di svolgere la custodia dell’immobile, come richiesto dalle società proprietarie, per tutelare i beni aziendali. Questa ipotesi però è è stata rifiutata, in quanto un’istituzione come il Comune non sarebbe un soggetto terzo. “Considerare il Comune che vuole ricreare posti di lavoro un ente non imparziale – ha concluso il Collettivo – è uno schiaffo a questo territorio e getta una luce sinistra su quello che sta accadendo. Sembra proprio che si vada nella stessa direzione auspicata dalle società immobiliari che possiedono l’area, che non hanno mai dimostrato un qualsiasi interesse al futuro industriale della fabbrica, chiedendo, di fatto, campo libero sullo stabilimento. Attaccare il presidio sociale vuol dire diminuire il controllo sociale sul processo di reindustrializzazione e quindi sul fatto che lì dentro si torni a lavorare. Per questo il presidio va avanti”. Domani, intanto, giovedì 26 giugno, alle 21, è convocata un’assemblea straordinaria di tutta la comunità solidale.
“La notizia dello sgombero – dicono dalla Fiom – è grave e arriva proprio a pochi giorni dal 9 luglio, data che segna 4 anni di presidio permanente dei lavoratori. Il fatto è ancora più grave se si considera che, mentre si decide di agire “a tutela” dell’immobile, a oggi, i lavoratori non hanno alcuna garanzia sulle loro spettanze, dovute da mesi se non anni. L’assemblea nazionale della Fiom, riunitasi ieri a Roma, esprime quindi totale solidarietà alla lotta della ex Gkn e respinge ogni tentativo di repressione del presidio. Siamo pronti a difendere il presidio e sostenere i lavoratori con la forza e la determinazione che sarà necessaria”.