CAMPI BISENZIO – Premiare i Comuni virtuosi, ridurre le tariffe, rafforzare la lotta all’evasione. Sono queste le tre priorità indicate dai sindaci Andrea Tagliaferri (Campi Bisenzio), Edoardo Prestanti (Carmignano) e Riccardo Palandri (Poggio a Caiano) nel documento congiunto denominato “Per una Taric giusta ed equa”, indirizzato ad Ato Toscana Centro e ad Alia Servizi Ambientali. “Per realizzare un metodo di gestione dei rifiuti sostenibile ed equo – affermano i tre sindaci – deve valere il principio europeo chi inquina, paga. Significa misurare puntualmente la produzione di rifiuto indifferenziato, incentivare il recupero delle materie prime, realizzare impianti di economia circolare e, soprattutto, garantire tariffe giuste e trasparenti”. Tre Comuni delle province di Firenze e Prato si uniscono per un tema che tocca direttamente le tasche dei cittadini: la Taric.
“Alla luce delle prime bollette arrivate, – aggiungono – la nuova tariffa non sembra portare risparmi. Anzi, in molti casi, nonostante una corretta raccolta differenziata, i costi sono lievitati”. Per questo le amministrazioni comunali di Campi Bisenzio, Carmignano e Poggio a Caiano chiedono al gestore e ad Ato chiarimenti su un sistema che, a distanza di mesi dalla sua entrata in vigore, presenta ancora troppi punti interrogativi. I tre sindaci sono sicuri infatti che “per realizzare un metodo di gestione dei rifiuti sostenibile dal punto di vista ambientale ed equo sotto il profilo economico sarebbe necessario adottare una strategia basata sul principio europeo del “chi inquina paga”. Questo significa misurare puntualmente la produzione del rifiuto indifferenziato, incentivare il recupero delle materie prime e realizzare impianti di economia circolare per ridare nuova vita alle frazioni differenziate”. E ancora: “Tutto questo può funzionare solo garantendo anche la “sostenibilità economica” del servizio con tariffe giuste per la cittadinanza, con sistemi di incentivazione e premialità per i Comuni che registrano una produzione pro capite di rifiuti solidi urbani sotto la media nell’ambito territoriale, e sconti in bolletta per chi differenzia correttamente”. Quanto riscontrato nei quattro territorio comunali dall’arrivo della Taric mostra forti criticità. I cittadini segnalano disservizi, irregolarità nei ritiri, mancanza di chiarezza nelle modalità di conferimento e tempi spesso non adeguati”.
“A fronte di un servizio che peggiora o resta incompleto, i costi fissi, cioè quelli che dovrebbero garantire i servizi minimi al cittadino, continuano invece ad aumentare. Si paga di più per avere di meno. Se è vero che la quantità di rifiuto urbano prodotta è diminuita e che le frazioni differenziate sono cresciute in maniera significativa, il nuovo metodo Taric non riesce ancora ad applicare in modo concreto il principio di giustizia “chi inquina paga”. I cittadini si impegnano a inquinare meno, ma finiscono per pagare di più. Nei primi sei mesi dall’introduzione, la Taric si è dimostrata incapace di garantire trasparenza e giustizia. Il sistema non premia chi riduce i rifiuti, non sanziona chi produce troppo indifferenziato, non riuscendo a premiare e rendere giustizia agli utenti che hanno raggiunto importanti obiettivi ambientali”, aggiungono i sindaci.
“In sintesi, l’attuale sistema si dimostra paradossale e ingiusto: i Comuni che differenziano di più finiscono per pagare di più, mentre chi continua a produrre grandi quantità di indifferenziato non subisce un reale aggravio di costi. Il risultato è che i cittadini virtuosi vedono crescere la bolletta nonostante la drastica riduzione dell’indifferenziato, con premi che risultano irrisori e incapaci di bilanciare l’aumento tariffario. Appare quindi insostenibile, sia sotto il profilo della tutela ambientale che sotto quello della giustizia fiscale, mettere sullo stesso piano Comuni virtuosi e Comuni che non si impegnano nella riduzione dei rifiuti. Per questo chiediamo che venga introdotto un metodo chiaro e trasparente che preveda conguagli a fine anno per i cittadini residenti nei Comuni più virtuosi, legando la riduzione dei rifiuti solidi urbani e l’aumento della raccolta differenziata alla concreta possibilità di abbattere la Taric”.
Quindi, al fine di riuscire a bloccare gli aumenti di previsione, nell’ordine del 7-8% annui e di mitigare su base Isee eventuali disequilibri nel passaggio da Tari a Taric, le soluzioni a oggi percorribili appaiono le seguenti: ridurre le tariffe attraverso l’utilizzo dei potenziali aumenti degli utili previsti per gli anni futuri, permettendo di contenere e abbassare la tariffa senza intaccare la parte di utili che viene destinata ai bilanci comunali. Impiegare gli utili esistenti e già incassati dai comuni quota parte (i dividendi sulla base della partecipazione azionaria), da poter poi utilizzare non in modo indiscriminato e generalizzato ma sulla base isee per tutelare le fasce della popolazione maggiormente in difficoltà. Infine, un invito ad Alia nella lotta all’evasione mettendo in campo tutte le soluzioni possibili per scovare le utenze non iscritte e quelle che risultano inadempienti”.