LASTRA A SIGNA – Il Teatro delle Arti di Lastra a Signa ospita, il 5 dicembre, la nona edizione di “Most Moving Stories – Danza, Letteratura e processi creativi”, progetto ideato e curato dalla Compagnia Adarte con la direzione artistica di Paola Vezzosi. Un appuntamento ormai consolidato che mette in dialogo la danza contemporanea e la letteratura, attraversando i processi creativi che trasformano la parola scritta in gesto, ritmo e presenza scenica. Al centro del festival, un’idea forte: la danza come forma capace di interrogare la letteratura, di tradurla in una grammatica non verbale, di restituire alle pagine un corpo vivo, vibrante, in continua metamorfosi. Sul palco del Teatro delle Arti si alterneranno compagnie riconosciute e sostenute dal MiC, ciascuna con un lavoro ispirato a un testo, un autore, una figura letteraria o un immaginario narrativo. Un percorso scenico trasversale che tocca prosa, saggistica e poesia, restituendo allo spettatore uno sguardo originale sull’intreccio tra parola e movimento.
“Most” nasce infatti ogni anno come un piccolo rito di trasformazione. “Prendiamo in mano la parola scritta, – si legge in una nota – così precisa, così sedimentata, e la consegniamo al corpo, che invece si sposta, si muove, si trasforma. In questo passaggio, qualcosa si incrina e qualcosa si libera: la letteratura smette di essere un luogo deputato solo alla mente, diventa un territorio da attraversare anche col corpo. La parola si incarna, si espande nello spazio e nel tempo. È un invito a sentire, a percepire ciò che resta tra le righe, ciò che nei testi non è ancora stato detto, ciò che pulsa silenzioso sotto la superficie. Ogni compagnia che sale sul palco porta un proprio modo di abitare la letteratura”. Ma “Most” non è solo un festival, è un laboratorio di creatività: dimostra, attraverso la pratica e la visione, che la lettura è una fonte inesauribile di ispirazione, una possibile “benzina” dell’immaginazione. Vedere la danza nascere dalla forza evocativa delle parole permette soprattutto ai giovani di comprendere che leggere può spingere a creare. Creare significa dare corpo alle proprie idee, diventare cittadini attivi, capaci di progettare, immaginare e contribuire al mondo che abitano. La creatività non è un dono innato, ma un terreno da coltivare: alimentarla significa formare sognatori, e sono i sognatori che generano le idee per cambiare il mondo.
Ad aprire la serata sarà Arb Dance Company (Caserta) con “Street Tale / Racconto di strada”, assolo interpretato da Marco Munno e ispirato a Homo Ludens, il celebre saggio di Johan Huizinga. Un lavoro che esplora il gioco come radice della cultura umana e come forma primaria di espressione, capace di sovvertire lo sguardo e rivelare nuove modalità dell’essere. La compagnia Tocnadanza (Venezia) presenta invece “Lebenslauf” di Roberta De Rosa, interpretazione coreografica della poesia Scrivere un curriculum di Wisława Szymborska. Un racconto danzato che pone in tensione l’identità codificata e la sua natura mutevole, proponendo il curriculum vitae come un processo corporeo e non come una lista di definizioni. Dalla compagnia Ersiliadanza (Verona) arriva “Al di sopra non c’era altro che il cielo” di e con Viola Mazzi, una riflessione sulla possibilità di vedere la verità delle cose oltre i veli dell’abitudine e della cecità quotidiana. Il lavoro richiama una suggestione tolstoiana, ma la rovescia interrogando la vitalità del corpo come possibile luogo di liberazione e di rinnovata percezione. In chiusura, la compagnia Adarte (Siena), che presenta un estratto di “Forma Rerum – La forma delle cose” di Paola Vezzosi, creazione ispirata alle lezioni americane di Italo Calvino. Al centro, il concetto di forma come principio che genera armonia, dissonanza, relazioni e metamorfosi. I danzatori, materia in movimento, costruiscono e dissolvono lo spazio, in un continuo dialogo tra corpo, architettura del gesto e complessità delle relazioni umane.
