SESTO FIORENTINO – Sono molti coloro che, sui social, si dicono soddisfatti e contenti dell’accordo raggiunto a Roma per la Ginori. Tra questi anche Maurizio Toccafondi presidende SMS-Richard Ginori: “E’ l’inizio di un grande lavoro – dice su Facebook – per i lavoratori, per la fabbrica che si deve modernizzare per rispondere alle nuove e impellenti necessità produttive, per il Ministero che deve trovare il meccanismo più idoneo per la gestione e valorizzazione del Museo, ma anche delle istituzioni e dei cittadini sestesi perchè in prima persona si adoperino per far si che si sviluppi e si sfrutti questo immenso e importante patrimonio che i nostri avi ci hanno lasciato, di saperi e di tradizioni e che possa diventare strumento di conoscenza e crescita per le future generazioni”.
“Una grande notizia: al ministero le parti hanno definito un’intesa per la permanenza e lo sviluppo della Manifattura Ginori a Sesto Fiorentino, – commenta Maurizio Quercioli, consigliere della coalizione Insieme Cambiamo Sesto – la lotta dei lavoratori e di tutta la nostra città ha finalmente dato i suoi frutti. Dopo l’acquisto del Museo Ginori da parte dello Stato e adesso il passaggio di proprietà dei terreni all’azienda, ci sono le condizioni per un efficace e concreto sviluppo produttivo e culturale. Insieme Cambiamo Sesto sarà ancora a fianco dei lavoratori nella battaglia perchè questo accordo produca davvero sviluppo e nuova qualità del lavoro”.
Daniele Papi di SestoTv ha proposto, sempre sui social, un documentario, del 1984, realizzato da Teleregione dal titolo “Una città la sua fabbrica” dove si racconta la storia della manifattura sestese.
Anche la senatrice Rosa Maria Di Giorgi, in una nota, si dice soddisfatta dell’accordo. “Dopo l’acquisto del museo da parte del Mibact, l’accordo sottoscritto al Mise rappresenta la felice conclusione di una vertenza difficile che poteva mettere in discussione il futuro di 200 lavoratori, delle loro famiglie, ed anche di un simbolo della nostra più pregiata manifattura. Per questo obiettivo abbiamo lavorato con costanza e determinazione: ora si apre finalmente una nuova pagina, dedicata alle prospettive di sviluppo, che può davvero restituire allo stabilimento, ed a tutto il territorio di Sesto Fiorentino, quella centralità industriale e culturale che ha avuto nei decenni passati, e che questa vicenda rischiava di compromettere definitivamente”.