Alluvione, chiuse le audizioni. Ma sicurezza e ristori restano al centro del dibattito di comitati e forze politiche

CAMPI BISENZIO – Resta sempre vivo il dibattito sull’alluvione che nel 2023 colpì Campi Bisenzio e gran parte della Toscana. Si sono concluse infatti ieri le audizioni presso la commissione parlamentare d’inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico che hanno visto interfacciarsi con il presidente Pino Bicchielli (FdI) e tutti i componenti della commissione stessa, amministratori […]

CAMPI BISENZIO – Resta sempre vivo il dibattito sull’alluvione che nel 2023 colpì Campi Bisenzio e gran parte della Toscana. Si sono concluse infatti ieri le audizioni presso la commissione parlamentare d’inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico che hanno visto interfacciarsi con il presidente Pino Bicchielli (FdI) e tutti i componenti della commissione stessa, amministratori e comitati dei territori delle province di Firenze e Prato che ancora oggi fanno loro malgrado i conti con quanto successo due anni fa. Con testimonianze, come sottolineato dallo stesso presidente, “molto forti, sentite e oggettivamente e scrupolosamente documentate”. Sulla stessa lunghezza d’onda Roberto Valerio, capo gruppo di Fratelli d’Italia, che aggiunge: “I rappresentanti dei comitati hanno offerto resoconti diretti ed esaustivi, descrivendo con precisione il disastro e fornendo risposte chiare alle domande riguardanti le azioni intraprese, o mancate, prima, durante e dopo l’evento. Dalle audizioni è emersa la drammatica realtà dei soccorsi, da quelli istituzionali, spesso farraginosi, a quelli spontanei, eroici, degli “angeli del fango”, e i gravi disagi subiti dalla cittadinanza. E quello che è emerso è un quadro critico”.

Valerio ha inoltre ribadito l’urgenza di una svolta: “Non è più possibile stare a guardare. Veniamo da decenni di gravi sottovalutazioni dei rischi e di una manutenzione che, a tutt’oggi, come dimostrano le condizioni del Bisenzio, risulta carente. Tale situazione non è più tollerabile, né accettabile. Per quanto mi riguarda, cercherò di coinvolgere e sollecitare con ogni mezzo l’amministrazione locale a svolgere azioni concrete nel breve termine. L’attesa è finita: occorre agire subito e senza esitazione per mettere in sicurezza il nostro territorio e dare risposte definitive alla nostra comunità. Non ultimo, l’erogazione dei ristori statali che, a distanza di due anni, la gran parte degli alluvionati non ha ancora ricevuto per carenze della struttura commissariale che non ha assistito, né informato correttamente i cittadini”.

Fra le audizioni, martedì pomeriggio, anche quella di Marco Monticelli, presidente della commissione consiliare di indagine sull’alluvione: “Quella del novembre 2023 è una data che rappresenta una ferita ancora aperta nella nostra comunità. La commissione si sta impegnando a fondo per arrivare all’elaborazione di un report che indichi anche le misure necessarie per mettere in sicurezza il territorio. Ma una certezza c’è già ed è quella della necessità di una progettazione contro il rischio idraulico che abbia una visione complessiva delle cose e che non vada avanti con opere isolate. Così come c’è una preoccupazione che è giusto mettere in risalto ed è quella legata allo sviluppo dell’aeroporto di Peretola. L’allungamento della pista, infatti, ridurrebbe la pendenza dell’alveo del Fosso Reale accentuando così un paradosso, ovvero che da un lato si parla di mitigazione del rischio idraulico e dall’altro si pensa a opere che invece lo accentuano”. Monticelli poi si è soffermato sul fatto che “le aree più fragili del territorio non erano state messe in sicurezza e anche la manutenzione ordinaria costituisce un altro aspetto critico: serve una revisione della normativa che consenta ai Comuni di avere più potere decisionale in materia”.

Ieri, invece, è stata la volta dei comitati (Arca di Noè, Santa Maria-La Villa, via Cetino-via Campanella e Alluvione Campi 2023) che hanno puntato il dito contro il mancato preavviso di quanto stava per accadere. Ma soprattutto sul fatto che l’ultimo aggiornamento del piano comunale di protezione civile, poi riaggiornato nel settembre 2025, risaliva al 2022″. Per poi aggiungere: “In un territorio dove il rischio idraulico è elevato da sempre, i cittadini non sanno come comportarsi quando si verificano eventi del genere”. Così come probabilmente “la situazione è stata sottovalutata, anche nelle ore in cui su Campi e su tutta la Piana stava piovendo a dirotto da ore”. Ribadendo anche che per quanto riguarda la manutenzione di argini e fiumi “non era stato fatto tutto quello che si poteva fare per prevenire il rischio idraulico. L’alluvione c’è stata perché il muro arginale della Marina è “collassato” e l’argine del Bisenzio ha rotto. Sono trent’anni, a partire dalla precedente alluvione del 1991, che sentiamo parlare di cambiamento climatico. C’è stato ed è un dato di fatto. A maggiore ragione bisogna fare tutto il possibile per evitare che tutto ciò possa ripetersi. I ristori? Una situazione drammatica: tanti cittadini hanno avuto i 3.000 euro dalla Regione anche molti mesi dopo, il frutto di procedure cervellotiche e che anche oggi si stanno ripetendo come dimostra anche la vicenda della mancata proroga per la presentazione delle domande all’ultimo dispositivo dello Stato”. I cui termini scadono domani, 7 novembre.