CAMPI BISENZIO – “Vergogna” c’era scritto su uno striscione che, una dozzina di mamme, hanno esibito questa mattina nel corridoio principale di Villa Rucellai dove, poco lontano, si sarebbe svolta la conferenza stampa di presentazione del progetto delle lavagne Lim per le scuole di primo grado di Campi Bisenzio. La delegazione di mamme aveva chiesto di assistere alla conferenza ma non è stato permesso loro perché “la conferenza stampa è a invito e riservata ai giornalisti”.
Dopo un battibecco con il sindaco Adriano Chini le mamme hanno comunque tentato di partecipare alla conferenza stampa tanto da far intervenire anche una pattuglia di vigili urbani che, a dire il vero, non hanno faticato per riportare un minimo di ordine nel corridoio di Villa Rucellai.
“Siamo cittadini che paghiamo la tasse – ha detto Annalisa Menconi presidente del Comitato dei genitori – abbiamo il diritto di conoscere questo progetto che, a nostro avviso, significa l’ennesimo sperpero di denaro per realizzare un intervento ormai già superato dai tempi mentre le nostre scuole sono dei veri colabrodo. A partire dalla scuola Matteucci dove da anni si parla dei lavori da effettuare per non fare nulla costringendo i nostri figli a vivere in una situazione assurda e non certo all’altezza di una scuola che dovrebbe svolgere un’azione didattica moderna ed efficiente. Come se i nostri figli fossero di serie B rispetto a quelli che frequentano altre scuole”.
Le mamme hanno esposto cartelli con i quali facevano i conti degli sperperi dell’amministrazione Chini mentre si sono lamentate dell’accusa del sindaco di essere “mandate a protestare” da qualcuno. “Noi non siamo mandate da nessuno – hanno urlato le mamme rivolte al sindaco – siamo mandate qui solo dai nostri figli che sono costretti a vivere in situazioni indegne e pericolose”.
L’intento delle mamme che hanno protestato (hanno tentato anche di entrare nella sala della conferenza stampa da dove sono state allontanate dai vigili urbani) era sicuramente quello di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul loro problema.
D. C.
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