“Centri di riabilitazione per i disabili Oda, salari fermi”: la denuncia di Fp Cgil. “Si apra un tavolo di confronto”

FIRENZE – Centri di riabilitazione per disabili Oda, con sedi a Firenze Castello e Pelago, salari bassi e contratti bloccati: la Fp Cgil Firenze chiede “politiche retributive eque, che rispondano al carico di lavoro e alla perdita del potere d’acquisto dovuta a un’inflazione sempre più alta. “Una situazione diventata insostenibile, – dice in una nota […]

FIRENZE – Centri di riabilitazione per disabili Oda, con sedi a Firenze Castello e Pelago, salari bassi e contratti bloccati: la Fp Cgil Firenze chiede “politiche retributive eque, che rispondano al carico di lavoro e alla perdita del potere d’acquisto dovuta a un’inflazione sempre più alta. “Una situazione diventata insostenibile, – dice in una nota – la Fp Cgil Firenze – che se non avrà risposte ci vedrà costretti alla mobilitazione” La Fondazione Opera Diocesana Assistenza Onlus (ODA) nasce nel 1953 per offrire servizi di assistenza a persone anziane e soprattutto a soggetti affetti da disabilità, gravi e meno gravi. E i Centri di riabilitazione costituiscono un presidio fondamentale per la comunità fiorentina. La sede di San Luigi, a Castello, conta infatti circa 50 addetti, quella di Diacceto (Pelago) ne conta invece circa 75. “Tuttavia, – aggiungono – dietro questo ruolo indispensabile si nasconde una condizione lavorativa che non è più sostenibile”.

Per poi aggiungere: “I servizi erogati in convenzione con la Regione Toscana rientrano nel sistema della sanità privata, dove i contratti di lavoro non vengono rinnovati da anni: 6 anni per Aris Aiop sanità privata e addirittura 12 anni per Aris e Aios Rsa. Contratti con tabelle retributive tra le più basse del settore, che non riconoscono né un fondo sanitario integrativo né una previdenza complementare, lasciando i lavoratori soli di fronte a inflazione e rincari. La scarsità di prospettive ha già determinato un esodo di figure professionali qualificate – Adb, Oss, educatori, infermieri – con il paradosso che oggi i lavoratori delle cooperative sociali, che lavorano presso le stesse strutture con appalto privato, percepiscono stipendi più alti rispetto ai dipendenti Oda, grazie al recente rinnovo del loro contratto, storicamente ritenuto povero”.

“La Fondazione – spiegano dal sindacato – ha comunicato che rispetto agli scorsi anni erogherà un premio di produzione più basso. Durante l’ultimo incontro del 3 ottobre con l’azienda, le lavoratrici e i lavoratori, tramite le loro rappresentanze sindacali, hanno presentato proposte concrete e di mediazione: equiparazione del livello retributivo tra vecchi e nuovi assunti; sottoscrizione di un accordo che valorizzi la premialità 2025/2026; riconoscimento della reperibilità contrattuale per coprire i rientri aggiuntivi oltre l’orario mensile. Proposte di buonsenso, che hanno però trovato un muro da parte della direzione Oda. Una risposta inaccettabile. Non si può continuare a scaricare il peso della crisi e dell’immobilismo contrattuale sulle spalle di chi ogni giorno garantisce assistenza e cura alle persone più fragili. Chiediamo quindi che le organizzazioni di categoria Aris e Aiop si assumano subito le proprie responsabilità; la Fondazione apra un tavolo vero di confronto con le organizzazioni sindacali; vengano adottate politiche retributive eque, che rispondano al carico di lavoro e alla perdita del potere d’acquisto. Il settore socio-sanitario privato è fondamentale per il sostegno alla sanità pubblica, pertanto non può essere sinonimo di salari bassi e precarietà. Se non arriveranno risposte immediate, le lavoratrici e i lavoratori sono pronti a una stagione di presidi e scioperi davanti alle strutture di Oda. È il momento di dare un segnale chiaro: la qualità dei servizi passa anche dal riconoscimento dei diritti e della dignità di chi li garantisce ogni giorno”.