SESTO FIORENTINO – “Condividiamo le finalità ma siamo preoccupati per i nuovi insediamenti”: questa la preoccupazione di Confcommercio sull’approvazione della variante nell’area Ginori e proprio per questo l’associazione ha scritto al sindaco Lorenzo Falchi e all’assessore al commercio Gabriella Bruschi.
“Ne condividiamo la finalità, perché nasce con l’intento di favorire la permanenza della manifattura Ginori – spiega il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni – ma siamo fortemente preoccupati perché porterà con sé nuovi insediamenti, in prevalenza commerciali, per una superficie massima di novemila metri quadrati in una zona che di certo non ne ha bisogno: tra Firenze Nord e la Piana di Sesto si trovano già i 44mila metri quadrati di superficie di vendita dell’ex area Fiat di Novoli e il centro commerciale I Gigli, che conta circa venti milioni di ingressi l’anno. Per non parlare delle altre metrature della grande distribuzione aperte nel tempo e dell’outlet di Barberino del Mugello, giusto a pochi chilometri da lì. Insomma, è un miracolo che in zona esistano ancora esercizi di vicinato in città”.
Confcommercio teme di trovarsi di fronte all’ennesima “forma di speculazione immobiliare – scrive Confcommercio al sindaco – esercitata sulle spalle del tessuto commerciale esistente, già di per sé fragile e provato non solo dalla difficile congiuntura economica di questi ultimi anni, ma anche da un trend che vede ormai da tempo il centro di Sesto svuotarsi di presenze, funzioni e, come conseguenza inevitabile, anche di attività commerciali”.
“Un trend – prosegue la lettera – che le ultime modifiche alla Ztl e alla viabilità del centro cittadino, che abbiamo condiviso e apprezzato e che sono state introdotte dall’Amministrazione dopo le nostre ripetute richieste, cercano di modificare, pur non essendo sufficienti da sole a farlo. Non vorremmo ora che i nuovi insediamenti commerciali accelerassero questo processo in atto creando danni irreversibili alla rete distributiva tradizionale”.
E la Confcommercio avanza una richiesta al sindaco. “L’impegno – dice l’associazione – ad aprire con l’investitore un tavolo di confronto per gestire al meglio l’insediamento della nuova struttura, provando a contenere le ricadute sull’attuale comparto economico tradizionale”.
“Confidiamo – conclude Marinoni – che l’amministrazione comprenda e condivida le motivazioni e la ragionevolezza della nostra richiesta, pur nell’assenza di un obbligo normativo sulla programmazione commerciale. Ora aspettiamo un riscontro da parte del sindaco”.