Coronavirus, i lavoratori della Gkn “incrociano le braccia”: “Anche noi vogliamo restare a casa”

CAMPI BISENZIO – Due ore di sciopero a fine turno, a fronte della mancata decisione da parte del Governo di non chiudere i luoghi di lavoro “definiti non essenziali e a sostegno della proposta nazionale di Fim, Fiom e Uilm”. Alza la voce la Rsu della Gkn di Campi Bisenzio, e lo fa a pieno […]

CAMPI BISENZIO – Due ore di sciopero a fine turno, a fronte della mancata decisione da parte del Governo di non chiudere i luoghi di lavoro “definiti non essenziali e a sostegno della proposta nazionale di Fim, Fiom e Uilm”. Alza la voce la Rsu della Gkn di Campi Bisenzio, e lo fa a pieno titolo, e proclama uno sciopero di due ore di ogni turno di lavoro a partire da ieri, giovedì 12 marzo, e proseguito anche oggi. Una presa di posizione dura, in piena emergenza Coronavirus, e illustrata in un comunicato il cui “titolo” non ha bisogno di troppe interpretazioni: “Anche io resto a casa!”. “Da domani – si legge nel comunicato – valuteremo tutte le azioni di mobilitazione necessarie. Stiamo chiedendo con forza all’azienda di implementare tutte le azioni possibili al fine di garantire ogni possibile abbattimento del rischio da contagio da Covid-19. Quello che non è stato fatto negli scorsi giorni, deve essere fatto assolutamente nelle prossime ore. Ma questo non può bastare”. “Ormai ogni sera – continua il comunicato – attendiamo il messaggio di Conte, come un tempo si aspettava… “Carosello”. Ma qui non c’è niente da ridere. Ogni sera il Governo aggiorna misure di sicurezza, spesso contraddittorie e generiche, per girare attorno a un punto. Ed il punto è questo: al momento l’unica vera garanzia contro il contagio è rimanere a casa e ridurre al minimo i contatti con l’esterno. Per questo è necessario fermare i settori produttivi non essenziali. Il Governo deve prendersi la responsabilità di valutare quali sono i settori produttivi non strettamente necessari a garantire i beni di prima necessità, i servizi essenziali e tutto ciò che è necessario al servizio sanitario. Il resto deve chiudere. E deve chiudere senza che questo ricada su lavoratori, dipendenti e autonomi, o su piccoli esercizi commerciali. E invece le fabbriche rimangono aperte. Né vengono prese misure economiche di sostegno al reddito per chi viene lasciato a casa forzatamente. Non si prevedono infatti al momento blocchi dei licenziamenti o degli sfratti, ammortizzatori sociali straordinari con integrazione economica”. “Il Governo si limita a dire che va facilitato l’uso delle ferie, rinvia a strumenti di contrattazione collettiva e aziendale. In pratica “scarica” la palla verso il basso. Anche le indicazioni sulla sicurezza sono assolutamente generiche. Fino a pochi giorni fa si raccomandava la mascherina solo “ai contagiati” o agli operatori sanitari. Da ieri sera il Governo invece prescrive “dispositivi di protezione individuali” dove manca il “metro di distanza”. Quali dispositivi? Mascherine di che tipo? Ci pare tutta una foglia di fico per nascondere che negli assembramenti produttivi, la sicurezza ad oggi semplicemente non può essere garantita al 100%”. Non ci stanno, non ci stanno per nulla i lavoratori della Gkn e “oltre al danno, – conclude il comunicato – siamo sicuri che arriverà la beffa. Oggi non si fermano per la nostra salute, domani si fermeranno per la crisi economica. Il rischio è che l’emergenza, che oggi non viene affrontata adeguatamente, diventi domani la scusa per ulteriore compressione di diritti e salario. Il diritto a restare a casa, garantendo la sicurezza di sé stessi, della comunità, dei propri cari, dei propri anziani è per tutti. Invece, avete fermato prima i calciatori degli operai. Ancora una volta non avete perso l’occasione di ricordarci come funziona questa società”.