CAMPI BISENZIO – Alzano la voce il sindaco Andrea Tagliaferri e il consigliere del presidente Giani per il lavoro e le crisi industriali, Valerio Fabiani in merito “alla recente narrazione – spiegano – della vertenza ex Gkn”. Insieme a loro anche l’assessore al sociale del Comune di Campi, Lorenzo Ballerini,
Un momento di confronto fra le istituzioni che “si è reso necessario in seguito alle recenti dichiarazioni del ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e della Sottosegretaria Fausta Bergamotto, che hanno rifiutato di convocare il tavolo di crisi sulla crisi richiesto da sindacati e istituzioni, dopo l’annuncio da parte del liquidatore della volontà di riaprire la procedura di licenziamento dei lavoratori”. “Mi auguro che il Governo non intenda fuggire di fronte al problema, – ha dichiarato il sindaco Tagliaferri – l’unico appuntamento previsto dal Ministero sulla questione è, infatti, il “Tavolo tecnico preliminare con la Regione” convocato per il 12 ottobre, dove però non è prevista la presenza delle istituzioni locali, della Città Metropolitana e di altri attori coinvolti nella vertenza, tra cui la cooperativa GFF che, è l’unico soggetto ad aver messo in campo un’opzione percorribile, proponendo un piano industriale basato sulla produzione di cargo-bike e di pannelli fotovoltaici”.
“La partecipazione di tutti gli attori istituzionali è necessaria per definire un quadro completo e dare forza a un’azione unitiva. Tutte le istituzioni devono convergere ora su un’analisi attenta del progetti e dei piani elaborati dal personale della ex Gkn; su un modello alternativo che venga applicato ogni volta che si prospetta una delocalizzazione; sulla reale consistenza di un piano industriale. Noi continuiamo a chiedere il tavolo di crisi – ha concluso Fabiani – perchè di crisi stiamo parlando, alla vigilia di 200 licenziamenti preannunciati. Parteciperemo all’incontro istituzionale del 12 ottobre, ma chiediamo inoltre la convocazione di un vero tavolo tecnico per discutere del piano industriale, che non può essere fatto senza la presenza dei soggetti proponenti. Basta giocare con le parole e con la pelle dei lavoratori, comunque si voglia nominare l’incontro, serve un luogo nel quale discutere in concreto le prospettive industriali”.