CAMPI BISENZIO – Il Tribunale di Firenze ha ordinato lo sgombero dello stabilimento ex Gkn intimando a chi si trova al suo interno di lasciare l’immobile. La decisione è arrivata su richiesta dei commissari giudiziali, cui viene affidata la custodia della fabbrica e dei beni della QF a garanzia dei creditori. Viene inoltre attribuita la facoltà di avvalersi della forza pubblica per rientrare in possesso dello stabilimento, la cui proprietà nel marzo 2024 è passata dalla QF a due soggetti (Tuscany Industry Srl e Sviluppo Toscana srl).
Una decisione che in pratica chiude un cerchio iniziato nel 2022 con le prime richieste di sgombero, bloccate dalla mobilitazione operaia. E che arriva nei giorni in cui si attende la decisione, sempre da parte del Tribunale, sulla richiesta di concordato di QF da quando l’azienda aveva inviato le lettere di licenziamento collettivo per i circa 100 dipendenti rimasti in forza alla stessa QF. Una procedura avviata e annullata per ben due volte nel corso degli ultimi 4 anni quando siamo a pochi giorni dal quarto anniversario dal 9 luglio 2021 quando il fondo Melrose, tramite mail, annunciò la chiusura della Gkn e il licenziamento di tutti gli allora 422 operai.
“Riteniamo aberrante – si legge in una nota di Rifondazione Comunista di Firenze e della Toscana – la decisione del Tribunale di ordinare lo sgombero della ex Gkn e chiediamo una immediata mobilitazione sociale e politica, di tutta la comunità locale e regionale a difesa di quello che è diventato negli ultimi 4 anni un simbolo non solo di lotta alla deindustrializzazione e alla speculazione, ma anche di nuove possibilità di rilascio che non parlano solo di nuovo e buon lavoro per gli operai coinvolti, ma anche di nuova socialità e di un modello di sviluppo che coniughi un idea di futuro sociale, ambientale, comunitario. Pur fra mille difficoltà una strada era stata resa praticabile in primis grazie all’impegno del Collettivo di fabbrica con il quale abbiamo sempre collaborato e a cui siamo sempre stati accanto. ci stiamo mobilitando per ogni tipo di sostegno contro questa decisione e chiediamo che lo facciano anche la Regione e i Comuni”.
Chi usa parole dure è Potere al Popolo: “Se vorranno sgomberare, dovranno passare sui nostri corpi e su quelli di un’intera comunità. Il Decreto sicurezza anche qui detta la linea. Mentre la vecchia e l’attuale dirigenza dell’azienda stanno letteralmente speculando sul sito industriale e sulla vita di centinaia di operai e delle loro famiglie, il problema per le istituzioni sembrano essere solo il Collettivo di fabbrica e i solidali. La cui unica colpa è quella di indicare una strada diversa da quella delle “élite continentali” per risolvere la crisi dell’automotive: non la disoccupazione di massa e la riconversione delle industrie di auto alla guerra, all’industria delle armi e alle produzioni di lusso, ma la riduzione dell’orario di lavoro a partita di salario, il diritto alla mobilità e a produzioni utili alla transizione ecologica”.
“È un gesto – dicono dal gruppo consiliare Campi a Sinistra – che colpisce al cuore una battaglia collettiva, democratica, non violenta, portata avanti da lavoratori che da anni difendono il proprio posto di lavoro e un modello di società fondato sui diritti e non sulla speculazione. Una battaglia che ha saputo mobilitare migliaia di persone in tutta Italia e che rappresenta uno dei rari esempi di conflitto sociale reale, sincero, umano. Da parte nostra esprimiamo piena e incondizionata solidarietà ai lavoratori della ex Gkn. Siamo e saremo al loro fianco, oggi più che mai, contro l’ingiustizia e la repressione sociale mascherata da “legalità”. Non lasciamoli soli. Partecipiamo, sosteniamo, diffondiamo. La fabbrica non è solo un luogo di produzione, è un bene comune, è vita, è comunità”.