CAMPI BISENZIO – “Dopo mesi di silenzio totale rispetto alle reiterate richieste di confronto della Fiom e della Rsu QF-ex Gkn, la direzione aziendale ci ha chiesto un incontro, come previsto dal contratto nazionale, per preannunciarci che “…la società sta maturando l’intenzione di cessare definitivamente lo svolgimento di qualsiasi attività produttiva…” e che sta valutando il ricorso alle procedure di licenziamento collettivo. Ci informa quindi che, a oggi, alla scadenza della cassa integrazione in deroga, il 31 dicembre 2023, non sono previsti ulteriori ammortizzatori sociali”: lo dichiarano in una nota congiunta Samuele Lodi, segretario nazionale per la Fiom-Cgil nazionale, e Stefano Angelini della Fiom-Cgil Firenze.
“Noi siamo fermamente contrari alla procedura di mobilità – aggiungono – perché riteniamo che ci siano tutte le condizioni per scongiurare i licenziamenti. Abbiamo già chiesto l’immediata convocazione del tavolo presso il Ministero delle imprese e del Made in Italy, alla presenza del Ministero del lavoro, di Invitalia e delle istituzioni locali: quella della ex Gkn rientra tra le vertenze importanti del settore automotive e ha avuto sin dall’inizio un carattere nazionale, tanto che anche l’ammortizzatore stesso è stato concesso dal Governo che chiamiamo ad assumersi le proprie responsabilità. Il Governo può scongiurare i licenziamenti dando la possibilità all’unico piano di reindustrializzazione
esistente, quello della Cooperativa GFF, di essere avviato”.
“La Cooperativa GFF è un soggetto pensato e voluto dai lavoratori, un’operazione giusta, che viene dal basso e che ha ottenuto anche l’appoggio delle istituzioni, vista l’intesa raggiunta con un gruppo di investitori istituzionali attraverso il supporto associativo di Legacoop Toscana e presentata in Regione Toscana il 19 settembre scorso. Sostenere il progetto consentirebbe di evitare i licenziamenti e garantire ammortizzatori sociali utili alla partenza industriale della cooperativa e al sostegno di tutti i 173 lavoratori ancora in forza a Qf. Come Fiom, quindi, ribadiamo l’urgenza di tutelare lavoratori da più di due anni impegnati nella difesa del sito e chiediamo alle istituzioni di utilizzare tutti gli strumenti, anche finanziari, per consentire l’avvio della fase di reindustrializzazione dal basso, mettendo lo stabilimento di Campi Bisenzio a disposizione della cooperativa e di eventuali altri soggetti industriali che potrebbero presentarsi. La cooperativa è un soggetto concreto che ha trovato un sostegno economico pari a sei milioni di euro e che ha dimostrato nei fatti di essere pure in grado di realizzare prodotti come la cargo bike. Il Governo rinnovi la cassa integrazione collegata al piano industriale della Cooperativa: il momento è ora, non è il tempo dei rinvii ma quello di agire per scongiurare i licenziamenti”.