CAMPI BISENZIO – Il rosa è il colore su cui Maria Serena Quercioli, candidata sindaco per il centro-destra e la lista civica “Liberi di cambiare”, ha deciso di puntare maggiormente in questa campagna elettorale. Proprio l’altra sera, in occasione della presentazione del programma elettorale, quando le è stato chiesto, da giornalista, un titolo per questa “avventura”, ha risposto “Il rosa nella vita”. Il rosa inteso come colore legato generalmente all’essere donna. E probabilmente non è un caso che sia stato scelto proprio il colore rosa per imbrattare la sede del comitato di Forza Italia in via Rucellai.
“Avanti con il sorriso. E’ il segno che il vento sta cambiando”: ha scritto sulla sua pagina Facebook il capo gruppo uscente in consiglio comunale – e capolista nelle fila Forza Italia – Paolo Gandola. “Nessuna paura, – ha aggiunto – noi andiamo avanti più motivati di sempre. Il gesto compiuto testimonia, come il nostro partito insieme a tutta la coalizione di centro-destra, inizi davvero a far paura concretizzandosi realmente la possibilità per la prima volta di portare la città al ballottaggio con Maria Serena Quercioli”.
Solidarietà a Forza Italia è arrivata anche da Maurizio Marchetti, capo gruppo in Consiglio regionale: “Politica e violenza devono rimanere strade parallele, più ancora quando si parla di istituzioni ed espressione di voto dei cittadini, che debbono avere la libertà di poter scegliere i loro rappresentanti senza alcun timore né pregiudizio. Per questo condanno l’ennesimo atto di vandalismo da cui Forza Italia è stata colpita nell’ambito di una campagna elettorale. Questa volta si è trattato di Campi Bisenzio, con atti ai danni del candidato sindaco Maria Serena Quercioli, della sede elettorale di Forza Italia e dei manifesti dei candidati azzurri. Sono certo che come sempre questo gesto vile non farà che imprimere nuovo slancio all’azione di Quercioli e dei nostri uomini e donne impegnati sul territorio con progetti seri e concreti tesi a migliorare la qualità della vita della comunità campigiana”.