Gkn, il presidente Giani: “Serve una “black list” per chi agisce come Merlose”

FIRENZE – La sensazione, dopo le prese di posizione di ieri e le parole della proprietà, è che nella vicenda della Gkn si vada sempre di più verso un “muro contro muro”. Una sensazione rafforzata ancora di più dalle dichiarazioni del presidente della Regione, Eugenio Giani, che ha parlato senza mezze misure di “una black […]

FIRENZE – La sensazione, dopo le prese di posizione di ieri e le parole della proprietà, è che nella vicenda della Gkn si vada sempre di più verso un “muro contro muro”. Una sensazione rafforzata ancora di più dalle dichiarazioni del presidente della Regione, Eugenio Giani, che ha parlato senza mezze misure di “una black list per chi agisce come Merlose”. Ma non solo perché Giani ha aggiunto “che occorrano anche modifiche alla nostra legislazione, perché quando accadono fatti di questo genere comunque ci sia una sanzione, e la creazione appunto di una “black list” che allontana dall’Italia gruppi finanziari che si rendono protagonisti di questi atteggiamenti”.

Le parole di Giani hanno nel mirino il fondo Melrose Industries che controlla l’azienda e che ha deciso la chiusura della fabbrica. “È uno stabilimento produttivo, – ha aggiunto Giani – è uno stabilimento che ha l’80% delle commesse dalla Fiat per realizzare semiassi: posso capire una flessione, quindi la procedura di apertura della cassa integrazione per un certo numero di dipendenti. Non posso assolutamente capire la chiusura. Appartiene a logiche finanziarie: noi invece riteniamo che per l’articolo 1 della Costituzione che mette al centro della nostra Repubblica e della nostra democrazia il lavoro, non si possa accettare che per avere una maggiore quotazione del proprio titolo in Borsa si arrivi a dare dei segnali mediatici come la chiusura di uno stabilimento”. Guardando poi al tavolo in programma in Prefettura il prossimo 4 agosto, “nella drammaticità della situazione Gkn – ha detto il presidente della Regione, noi ci presenteremo con una determinazione sempre più forte”.

Sulla vicenda della Gkn, e in modo particolare dell’indotto che gravita intorno all’azienda, è tornata invece l’Unione sindacale di base: “Mentre sta continuando con forza e determinazione la lotta della Gkn in difesa dei posti di lavoro e dello stabilimento, vogliamo soffermarsi sull’altrettanto grave situazione che sta coinvolgendo i lavoratori dell’indotto dello stabilimento di Campi Bisenzio. Continua a essere necessario garantire, nell’ambito della vertenza Gkn, lo stesso quadro e lo stesso profilo di iniziativa anche a tutela di questi posti di lavoro. Non a caso, proprio al tavolo ministeriale, la nostra organizzazione sindacale ha indicato con forza la necessità di tenere insieme alla vertenza complessiva di Gkn le crisi ”indirette” che si sono aperte nell’indotto in conseguenza alla comunicazione di chiusura dello stabilimento da parte di Melrose”.

E ancora: “A nostro avviso non è accettabile, infatti, che ci sia il tentativo da parte di qualcuno di “chiudere alla svelta” le singole vertenze delle ditte in appalto, quando la necessità di tutti è quella di rafforzare complessivamente una vertenza che ha detto a chiare lettere che quello stabilimento deve rimanere aperto. Entrando più nel merito, è ingiustificabile il tentativo di proporre soluzioni individuali che prevedono il demansionamento del personale Hoster-Food al fine di ricollocarlo altrove. Altrettanto inaccettabile sarebbe una discussione che avesse come riferimento la gestione di procedure di licenziamento collettivo dei lavoratori, come se queste singole situazioni aziendali non abbiano come riferimento la vertenza complessiva di Gkn, una su tutte la vertenza della Easy-Group, azienda già sotto curatela fallimentare”.