Il Cit da Campi Bisenzio a Signa, da Gandola parole di fuoco: “Si è guardato solo all’appartenenza politica”

CAMPI BISENZIO – “Quanto accaduto con l’allontanamento del Centro Iniziative Teatrali da Campi Bisenzio, con il mancato rinnovo della convenzione, è solo l’ultima, grave prova di un clima politico soffocante che da troppo tempo si respira in città. Ancora una volta, l’amministrazione comunale dimostra di non guardare al merito, alla professionalità o al valore artistico, […]

CAMPI BISENZIO – “Quanto accaduto con l’allontanamento del Centro Iniziative Teatrali da Campi Bisenzio, con il mancato rinnovo della convenzione, è solo l’ultima, grave prova di un clima politico soffocante che da troppo tempo si respira in città. Ancora una volta, l’amministrazione comunale dimostra di non guardare al merito, alla professionalità o al valore artistico, ma unicamente all’appartenenza politica. È l’ennesima epurazione ideologica, figlia di un modo di gestire la cosa pubblica che nulla ha a che vedere con la democrazia e il rispetto delle differenze”. A parlare così è Paolo Gandola, capogruppo delle liste di centrodestra, che commenta il mancato rinnovo della convenzione con il Cit che ha trasferito tutta la scuola teatro a Signa dopo avere operato per moltissimi anni al Teatrodante.

“Il Centro Iniziative Teatrali – ha aggiunto Gandola – ha svolto per anni un lavoro importante sul territorio, contribuendo alla crescita culturale della nostra comunità. Escluderlo senza alcuna motivazione fondata, se non quella di un “non allineamento” politico, è un atto grave e inaccettabile”. “Certo – ha detto ancora – le continue presenze dei direttori artistici del Cit agli eventi elettorali del Partito Democratico con le candidature prima del figlio di Manola Nifosì e poi di lei stessa alle scorse elezioni comunali nelle file del Pd, sono state in molti casi fuori luogo; ma io, che gli occhi li ho, non posso non accorgermi del talento, della capacità artistica, dell’impegno e della mole di contatti con le compagnie artistiche che Nifosì e Sergio Auguirre hanno fatto arrivare a Campi Bisenzio negli anni nei quali il Cit ha curato la direzione di Luglio Bambino. Oggi, senza la loro presenza, il decadimento è sotto gli occhi di tutti, con una ripida riduzione della qualità e con uno sdoppiamento con il fantomatico “Settembre bambina”…”.

“L’ennesima trovata ideologica – conclude Gandola – che nulla ha a che vedere con la promozione culturale o con il benessere dell’infanzia. Anche qui, invece di investire sul rafforzamento della qualità delle iniziative, si è preferito giocare con le parole, inseguendo un’agenda che strizza l’occhio a un certo attivismo identitario, piegando anche la cultura infantile a logiche di bandiera. È grottesco: i bambini non hanno bisogno di etichette, né maschili né femminili, ma di contenuti validi, accessibili e inclusivi per tutti. La cultura non è un terreno per slogan di genere. Ancora una volta l’amministrazione comunale ha mostrato di avere priorità distorte, preoccupata più da lanciare messaggi ideologici che offrire veri servizi culturali”.

Per questo Gandola si appella direttamente al presidente della Fondazione Accademia dei Perseveranti, Andrea Bacci: “Caro presidente, lei è l’unico che sa cosa sia l’arte, la cultura e il teatro. Si impegni e si imponga di più per riportare il merito al centro di ogni scelta. La politica resti fuori dal teatro Dante. Il centrodestra, sia chiaro, non resterà a guardare mentre si umilia la cultura e si cancella la pluralità delle voci nel nostro Comune, anche quelle più lontane dal nostro sentimento politico”.