In bici… come sullo scuolabus. “I diari del tandem” fanno tappa a San Martino

Tornano “I diari del tandem”: percorso previsto via XXIV maggio-San Martino. Questa volta però il tandem è diventato un po’ giallo, come uno scuolabus. E ha accompagnato a scuola Sara, insieme al suo babbo. Per una volta Giovanni Grossi ha lasciato la guida e ha seguito in bici.  Sara ha la faccia curiosa e sorridente […]

Tornano “I diari del tandem”: percorso previsto via XXIV maggio-San Martino. Questa volta però il tandem è diventato un po’ giallo, come uno scuolabus. E ha accompagnato a scuola Sara, insieme al suo babbo. Per una volta Giovanni Grossi ha lasciato la guida e ha seguito in bici. 

Sara ha la faccia curiosa e sorridente di chi non vede l’ora di iniziare una piccola avventura che fin da quando gli è stata proposta l’ha immaginata come una cosa ganza. Ed ha deciso di farla, subito. Gabriele invece prima di buttarsi ha bisogno di sapere di cosa si tratta con precisione. Anche lui è curioso, ma con giudizio, prima di agire si fa qualche domanda e poi decide se è il caso. Gabriele, infatti, gli sta lì accanto e osserva con l’aria concentrata e le braccia conserte. Sara e Gabriele sono due bambini diversamente curiosi. Sara e Gabriele sono fratelli, 7 e 9 anni. Entrambi vanno a scuola all’Aurora Gelli a San Martino. Stamani, Alessandro, il babbo, ha deciso di portarli a scuola in tandem. Quando l’ha proposto la Sara ha alzato subito la mano ed ha detto “sì babbo, vengo io”. Gabriele, invece, ha immediatamente convocato il consiglio direttivo di tutto il suo mondo interiore ed alla fine di questa giornata, dopo attento sopralluogo, deliberà la sua scelta. L’appuntamento è in via XXIV Maggio, proprio di fronte al Fantino ed accanto ad una bella vecchia insegna in marmo di una trattoria che però, purtroppo, ha il bandone abbassato da tempo.

E’ una bella giornata di sole arruffata dal vento. Il babbo sistema lo zaino nel cestino davanti. Sara prova a salire sul tandem, ma il sellino è troppo alto. Silvia, la mamma, suggerisce: “ma si potrà abbassare…”. S’abbassa al minimo, ma non basta. Sara non ce la fa ad accompagnare il pedale fino in fondo alla sua corsa. Pazienza, sembra dire lei con un bel sorriso. Nel frattempo deve essere successo qualcosa nella riunione del consiglio direttivo del mondo interiore di Gabriele perché nella sua faccia si apre un bel sorriso che assomiglia molto a quello della sorella. Partono con l’applauso del fratello, della mamma e del sottoscritto. Il primo tratto è sul pavé, sull’ultimo tratto di pavé rimasto nel comune di Campi Bisenzio. (Quando sono iniziati i lavori di piazza Gramsci vivevo nel terrore che asfaltassero anche qui. Fortunatamente si son limitati al tratto in prossimità dell’intersezione con la piazza). Pedalano sulla salita che li porta al primo piano del lungobisenzio per poi scendere al piano terra di via del Paradiso e svoltare a sinistra. Oltre il muro di via del Paradiso sulla sinistra ci sono le poste e sulla destra una bella distesa di campo con sullo sfondo villa il Palagio. Questo campo, insieme al Bisenzio, isola il centro di San Martino. Del traffico di via Barberinese e del resto del mondo arriva solo un rumore di sottofondo.

Entrano nel centro di San Martino e nelle sue stradine strette. Alessandro, il babbo, davanti, ha la faccia gaudente e Sara, la figlia, dietro, sorride. Il sorriso si trasforma in risata, ritmicamente, ad ogni pedalata, ogni volta che Sara lascia il pedale perché non ha ancora le gambe abbastanza lunghe per accompagnarlo fino alla fine della sua corsa. E con questo ritmo di sorrisi e risate di Sara arrivano all’ingresso della scuola. Sara, evidentemente, si sente tranquilla. Nel tandem chi sta dietro deve avere fiducia in chi guida e chi guida questa fiducia se la deve guadagnare. Entrano nel giardino della scuola. Subito dopo arrivano anche Silvia e Gabriele, che ci hanno seguito in macchina, e, in corteo, anche i bambini portati dal pulmino. Baci, abbracci, foto e ancora sorrisi e risate. E poi si forma un capannello incuriosito intorno a Sara, Gabriele e il tandem. Il babbo riprende la via del ritorno da solo in tandem. Un po’ triste però. Arriverà, del resto, il tempo in cui i figli scendono dal tandem. Per pedalare da soli, o in tandem con qualcun altro, su altre strade. Per poi ritornare sullo stesso tandem, qualche anno dopo, ma, in quel caso, saranno loro nella posizione di guida. Insomma, bando alle tristezze. Siamo ritornati al punto di partenza soli io e Alessandro. “Sono salito sul tandem solo al mare. Questa esperienza di stamani mi ha fatto tornare in dietro nel tempo…”. Più tardi, al telefono, Alessandro mi racconta che Sara è rimasta particolarmente colpita dal fatto di non riuscire a pedalare con la conseguenza di divertirsi senza durare fatica. “E Gabriele?”. “Gabriele non aveva mai visto un tandem, gli è piaciuto molto e mi ha chiesto di comprarglielo!”. Il consiglio direttivo del suo mondo interiore ha deliberato all’unanimità.

Giovanni Grossi