“Io, disabile ma autonoma, chiedo di non essere umiliata sui bus dell’Ataf”

SESTO FIORENTINO – Pubblichiamo, su richiesta di una nostra lettrice, una lettera aperta su un episodio avvenuto nei giorni scorsi a Sesto su un autobus di Ataf. “Sono Sonia Sabatini,  abito a Sesto Fiorentino, disabile al 100% che deambula solo con carrozzina elettrica ed ho grosse difficoltà per parlare e comunico tramite iPad, collaboro con […]

SESTO FIORENTINO – Pubblichiamo, su richiesta di una nostra lettrice, una lettera aperta su un episodio avvenuto nei giorni scorsi a Sesto su un autobus di Ataf.

“Sono Sonia Sabatini,  abito a Sesto Fiorentino, disabile al 100% che deambula solo con carrozzina elettrica ed ho grosse difficoltà per parlare e comunico tramite iPad, collaboro con scritti sul portale www.disabiliabili.net; sono molto indipendente e fieramente ne combatto tutti gli ostacoli che mi si frappongono. Il 16 ottobre u.s. linea Ataf 28 ore 16,05 per Firenze e ritorno, stessa linea, delle ore 18,31 e stesso autista, al momento della salita ho sentito dei commenti sulla mia persona che ledevano la mia dignità umana: “non si può far salire una così, sola” , “questa non ha accompagnatore”, “si vede che siamo in Italia”, questa ultima affermazione la faccio anche mia!!! Io sono indipendente e con la mia carrozzina con o senza accompagnatore giro un po’ dappertutto e in provincia mi conoscono abbastanza bene. Ora quasi tutte le vetture hanno la pedana manuale e l’autista deve solo estrarla ed io salgo da sola; non credo di dover chiedere il permesso all’autista per salire su di un autobus di servizio pubblico. Avrei voluto vedere se lui fosse stato al posto mio ed avesse ricevuto una simile accoglienza cosa avrebbe provato. Un autista se anche tira fuori una pedana non è umiliante, le parole sentite lo erano! Con altri autisti più giovani non mi era mai successo; ma non per questo smetterò di usare il servizio pubblico, perché è un mio diritto di cittadino libero e che paga le tasse. Queste cavolate non devono succedere a nessuno men che meno ai disabili perché è una “difficoltà” che potrebbe capitare a chiunque”.