Jean, un carrello del supermercato come “casa”. Un passato da poeta, l’aiuto di Matteo. E lunedì arrivano i parenti dal Belgio

LASTRA A SIGNA/SIGNA – Un carrello del supermercato come “casa”, con una coperta ad avvolgerlo nei giorni di pioggia, come è successo di recente, per cercare di limitare i danni. Un carrello come casa ma che in questo momento è anche il suo mondo, è qualcosa da cui non si separa mai e che spinge […]

LASTRA A SIGNA/SIGNA – Un carrello del supermercato come “casa”, con una coperta ad avvolgerlo nei giorni di pioggia, come è successo di recente, per cercare di limitare i danni. Un carrello come casa ma che in questo momento è anche il suo mondo, è qualcosa da cui non si separa mai e che spinge sulla Livornese, sul ponte sull’Arno, aggrappato come se quello fosse il tramite per restare anche aggrappato alla vita. Una vita di strada, quella che Jean Francois Dannaoux, 40 anni il prossimo dicembre, sta portando avanti all’incirca da un mese fra Signa e Lastra a Signa. Originario del Belgio, della città di Mons per la precisione, Roma era stata la sua precedente destinazione, dove fra l’altro era stato preso in cura dai servizi sociali.

Nella capitale ci era arrivato un po’ in treno, un po’ in autostop; come invece sia arrivato qui per il momento resta un mistero. Jean, infatti, non parla una parola d’italiano ma è stato avvicinato da Matteo Lo Canto, parrucchiere a Lastra a Signa, che insieme a un amico sta provando a dargli una mano. I due inizialmente hanno pensato che fosse un caso da “Chi l’ha visto” e hanno interpellato la redazione della nota trasmissione televisiva dove però non risultava alcuna denuncia di scomparsa con quelle generalità. Così come non ce l’hanno neanche le forze dell’ordine che quindi sono impossibilitate a intervenire ufficialmente.

Fatto sta che Matteo non si è perso d’animo, è riuscito a farsi scrivere il nome da Jean e da lì, tramite Facebook (che in questo caso ha avuto un’accezione positiva ma questa è un’altra storia) ha chiesto l’amicizia e contattato gran parte dei suoi “amici”. “Vi sto provando a contattare tramite Messenger, – questo il testo del suo messaggio inviato random in Belgio da Matteo e che in pratica ci ha raccontato anche oggi a Lastra a Signa – con qualcuno di voi ce l’ho fatta ma alla maggior parte non me lo fa inviare. Vi prego di leggere il mio post e di contattarmi, sono state avvisate le forze dell’ordine, compresa la Polizia di Mons, allego video e foto da cui potete capire le condizioni in cui vive quest’uomo in Italia. Adesso si trova in Toscana e si muove in preda a una forte confusione psicologica”.

Una vera e propria richiesta di aiuto, per dare una mano a una persona che, almeno da quello che è stato possibile capire, di tornare in Belgio non ne alcuna intenzione. Jean, fra l’altro, ha scritto anche un libro di poesie (che si trova in vendita su Amazon), dorme nei pressi della fermata ferroviaria di Lastra a Signa o nel sottopassaggio della stazione di Signa e, quando c’è il sole, lo spiazzo di fronte alla chiesa di San Martino a Gangalandi è diventata la sua oasi. Un’oasi dove, chissà, penserà a quella che è stata la sua vita e alla situazione attuale. Una situazione che magari potrà essere risolta lunedì pomeriggio quando a Lastra a Signa arriveranno dal Belgio un cugino e un nipote di Jean. Jean che dice di chiamarsi Jeff, che ha dormito un po’ dovunque, ha dato fuoco ad alcuni bicchierini di plastica per provare a riscaldarsi e che spinge un carrello in cui è contenuto tutto il suo mondo.