La storia di una famiglia teatrale al Teatro delle Arti

LASTRA A SIGNA – Due spettacoli al Teatro delle Arti andranno in scena venerdì 29 aprile alle 21. Si tratta di “Memoria. Storia di una famiglia teatrale” di Loris Seghizzi con Vincenza Barone, Loris Seghizzi e Walter Barone e di “Ultimo atto (senza fine)” sempre di Loris Seghizzi con Vincenza Barone, Gabriele Sechizzi, Walter Barone […]

LASTRA A SIGNA – Due spettacoli al Teatro delle Arti andranno in scena venerdì 29 aprile alle 21. Si tratta di “Memoria. Storia di una famiglia teatrale” di Loris Seghizzi con Vincenza Barone, Loris Seghizzi e Walter Barone e di “Ultimo atto (senza fine)” sempre di Loris Seghizzi con Vincenza Barone, Gabriele Sechizzi, Walter Barone e Ines Barone.
Le vicende di una storica compagnia di giro, nata agli inizi del ‘900, capitanata da un’esuberante, speciale, intensa, ultraottantenne Vincenza Barone. Prima volta in assoluto, la compagnia Scenica Frammenti presenta due spettacoli in un’unica serata. Due spettacoli che raccontano una famiglia nata per il palcoscenico. Una esistenza nomade, spesa per il teatro, seguendone appassionatamente e fedelmente ogni mutamento. Spettacolo dopo spettacolo, giorno dopo giorno, ci ritroviamo ad oggi, con uno sguardo al passato e uno al tempo che, implacabile, porta tutto a una fine necessaria. Per un nuovo inizio.

“Memoria. Storia di una famiglia teatrale” parte da Enza Barone: figlia di attori, nata e vissuta nella Compagnia di Teatro Viaggiante, inizia la propria esperienza artistica durante la seconda guerra mondiale. Attrice vera, vittima delle atrocità del nazifascismo, ripercorre insieme al figlio un secolo di teatro e, in parallelo inevitabile, “stracci” di storia d’Italia dall’avvento di Mussolini fino ai primi anni ‘80. In un’ora di parole ed emozioni riaffiorano i ricordi, i viaggi, gli aneddoti, gli incontri importanti e gli stessi ricordi spesso si materializzano in frammenti di spettacoli. L’opera è il frutto di una ricerca nell’archivio storico della compagnia composto da innumerevoli copioni, fotografie, costumi e ancora libri, scritti, scene ed oggetti.
“Ultimo atto. Senza fine“ può essere visto come il seguito di “Memoria”. C’è una storia che come tutte le storie sta dentro un’altra, precedente, che a sua volta ha dato vita ad un’altra storia. Questa, attuale, vive per dare luce alla storia che verrà, si parla di padri e di madri e dei loro figli e dei figli dei figli. Fino a che un mestiere familiare si tramanda, la tutto gira sempre intorno allo stesso soggetto, pur evolvendosi; ma se questo non accade, allora la storia finisce. Giorno dopo giorno, sempre in scena, ci ritroviamo ad oggi, con uno sguardo al passato e uno al tempo che, implacabile, porta tutto ad una fine necessaria per un nuovo inizio. Ma questa è veramente un’altra storia.